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Bellinzona si appresta a tagliare 110 alberi quasi centenari

Articolo del 05 agosto 2019

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In un momento in cui l’emergenza climatica è sulla bocca di tutti e in cui molte città riflettono su come portare più verde in città, la capitale ticinese rema a ritroso. È tempo che il riscaldamento climatico diventi la priorità, per tutti!

Bellinzona sembra abbia ha un problema col verde pubblico: pochi sono oggi i viali piacevolmente ombreggiati e pochi sono gli alberi monumentali che ancora adornano le sue piazze e i giardini delle sue antiche ville. Gran parte di quel poco di verde che vi rimane fu piantato da pianificatori accorti alla fine dell’800 o nei primi decenni del 20° secolo. Nel frattempo la città si è allargata, sommergendo di asfalto e cemento le campagne circostanti. Di molti viali rimane solo il nome, come il Viale Portone, dove gli alberi sono scomparsi da tempo per fare posto alle automobili. Viale, lo ricordiamo, significa infatti “strada alberata”.

Qualche decennio fa, con il malaugurato intento di mettere in evidenza le facciate delle case che la circondano, si eliminarono anche le betulle che spendevano ombra ai caffè e alle fermate dei bus di Piazza Indipendenza. Ci fu addirittura un momento in cui i nostri pianificatori urbani vollero tagliare il magnifico gruppo di platani che ombreggiano la Piazza Rinaldo Simen (nascondono infatti il Castelgrande): una sciagurata iniziativa che fu fortunatamente affossata dalla protesta corale dei cittadini. In queste ultime settimane sono poi scomparsi i magnifici e centenari cedri monumentali che chiudevano a Nord il Piazzale Stazione, riparando in inverno piazza e viale dal gelido vento del Nord e offrendo in estate una piacevole frescura a coloro che aspettavano i bus per le alte valli. Prossimamente, se tutto si svolgerà secondo la pianificazione del municipio, la stessa sorte toccherà anche ai 103 tigli e ai 7 ippocastani che ancora offrono ombra e refrigerio alla parte superiore del Viale Stazione. I residenti del viale ne sono già stati informati ufficialmente. Secondo Christian Paglia, il capo del dicastero per le opere pubbliche e l’ambiente della città di Bellinzona, essi saranno tagliati e rimpiazzati, per ragioni estetiche in modo molto più diradato, da minuscoli frassini, come quelli piantati tre anni fa nella parte inferiore del viale e la cui chioma supera tuttora a malapena il metro di diametro.

I tigli del viale Stazione sono stati piantati 90 anni fa

Ricordiamo che i due filari di tigli in perfetta salute che proteggono dall’afa chi passeggia sui marciapiedi della parte superiore del Viale Stazione di Bellinzona sono stati piantati nel 1928 e hanno dunque la veneranda età di oltre 90 anni. I tigli, lo si sa, sono alberi molto longevi e in qualsiasi città avveduta di questo continente si farebbe di tutto per conservarli e coccolarli in modo che possano continuare a offrire ombra e refrigerio anche alle generazioni future. A Berna, ad esempio, si è addirittura proceduto a togliere una striscia di asfalto dai marciapiedi affinché le radici dei tigli potessero meglio respirare e l’acqua piovana entrare nel suolo in modo da permetter loro di crescere in modo vigoroso. A chi non se ne intende di botanica è utile ricordare che ci vogliono almeno vent’anni affinché un albero raggiunga una dimensione tale da offrire un minimo di ombra e refrigerio.

Per quel che concerne il taglio dei tigli del Viale Stazione, oltre alla scusa dell’unità estetica del viale, vi sarebbe anche il fatto che le loro radici sollevano alcune delle lastre di granito che pavimentano i marciapiedi. Per risolvere questo problema non occorre certamente abbattere gli alberi, basterebbe dar loro qualche decimetro di spazio di più o fare come hanno fatto appunto a Berna: offrire agli alberi un’esile striscia di erba lungo tutto il viale.

Gli alberi ad alto fusto portano ombra e refrigerio nelle città

Quest’estate canicolare dovrebbe servirci da lezione: “Gli alberi possono contribuire notevolmente alla riduzione dello stress da calore negli spazi insediativi. Chi sosta sotto un albero durante la canicola avverte l’effetto benefico dell’ombra e del raffreddamento per evaporazione, anche rispetto ad altre fonti di ombra”. A dirlo è lo studio sulle strategie per combattere le ondate di calore in città pubblicato dall’Ufficio Federale dell’Ambiente. Il verde pubblico non è un semplice arredo urbano o una questione di estetica, ma un modo efficace per contrastare i peggiori effetti del riscaldamento climatico sulle nostre zone urbane. Esso dovrebbe diventare un obiettivo prioritario e guidare le scelte dei nostri politici e dei nostri urbanisti quando si tratta di pianificare il futuro delle nostre città.

Per rimanere coi piedi nella nostra capitale, invito dunque chi non se ne fosse ancora reso conto a una semplice breve passeggiata in Piazza Nosetto, dove, di fronte al Municipio, un bel noce circondato da una comoda panchina in granito a forma di anello invita i numerosi passanti a soffermarsi per godersi qualche attimo di ombra e di frescura. Per verificare di persona l’effetto ristoratore di alberi di grandi dimensioni, gli urbanisti e politici nostrani possono poi anche approfittare di una giornata particolarmente afosa per recarsi al parco giochi Benigno Antognini, racchiuso fra la Via Henri Guisan e il Viale Officina a nord del centro storico, un parco ombreggiato da giganteschi ippocastani piantati da pianificatori lungimiranti oltre 100 anni fa. Ecco, se si vuole riportare la gente nel centro delle nostre città e mantenerle fruibili anche nei prossimi decenni nonostante il riscaldamento climatico, sono proprio questi gli esempi da seguire. E concludo con una citazione del celebre architetto e urbanista Stefano Boeri, che di verde urbano è un esperto: “In estate, le chiome degli alberi riescono a garantire un forte ombreggiamento naturale, che aiuta a ridurre in modo drastico (fino al 30%) i consumi dell'energia impiegata per rinfrescare l'interno degli appartamenti”. Nessun concetto urbanistico sensato può quindi giustificare l’abbattimento dei 110 alberi del Viale Stazione.