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Artico: innescata la bomba climatica a orologeria

Articolo del 17 gennaio 2019

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Quel che i climatologi di tutto il mondo temevano da tempo si sta avverando: il permafrost della Siberia e delle regioni artiche del Canada e dell’Alaska si sta sciogliendo

Il permafrost, o tundra, è fatto di terreni che sono sempre gelati e in cui la temperatura non sale mai sopra i 0°C. Si tratta di terreni situati in Siberia e nella parte più settentrionale dell’America del Nord (Canada e Alaska). La particolarità di questi terreni è che tengono imprigionate sotto forma solida enormi quantità di gas metano (CH4). Secondo gli specialisti si tratta di oltre 1'400 miliardi di tonnellate, ossia il doppio del carbonio contenuto oggi nell’atmosfera. 

Il metano è un potente gas a effetto serra e la sua capacità nel trattenere il calore è 30 volte superiore rispetto a quella dell'anidride carbonica (CO2). Oggi il metano è ritenuto responsabile solo dell’8% dell’effetto serra, ma con lo scioglimento del permafrost il suo impatto sul clima è destinato a salire drammaticamente. 

Secondo uno studio effettuato nel 2017 nella tundra dell’Alaska il permafrost si sta riscaldando molto più rapidamente del previsto e una grande porzione delle zone artiche è oramai diventata fonte di gas a effetto serra. Un altro studio effettuato in Siberia conferma questo fenomeno. Carotaggi del permafrost siberiano hanno permesso di costatare che il riscaldamento non si limita più solo alla superficie del permafrost, come si pensava finora, ma che è arrivato oramai fino a 10 metri di profondità, dove la temperatura misurata oggi è di 1°C superiore a quella di 10 anni fa.

Il pericolo di un tracollo brusco del clima si fa dunque sempre più minaccioso.

 

Fonte: Annual Arctic Report della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)