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Aumenta il metano nell’atmosfera con conseguenze pesanti sul clima

Articolo del 02 marzo 2019

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Negli ultimi 4 anni la concentrazione di metano nell’atmosfera è aumentata in modo drastico, mettendo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sulla lotta al riscaldamento climatico

Il CO2 non è l'unico gas a effetto serra. Anche il metano (CH4) partecipa al riscaldamento dell’atmosfera del nostro pianeta. L’effetto serra del metano è tuttavia 30 volte più potente di quello del CO2. Fino a recentemente il contributo del metano al global warming era valutato a circa l’8%, ma ora un nuovo fenomeno rimette in questione tutti i calcoli fatti finora dai climatologi.

Uno studio appena pubblicato nella rivista scientifica “Global Biogeochemical Cycles” rivela che dal 2007 la concentrazione di metano nell’atmosfera ha cominciato ad aumentare e che questo aumento ha subito una brusca accelerazione a partire dal 2014. Le ragioni di questo aumento non sono ancora perfettamente chiare e le teorie per spiegare il fenomeno sono almeno due. Parte degli specialisti ritiene che l’atmosfera più calda rallenti il processo di decomposizione del metano, altri invece ritengono che l’aumento sia dovuto allo scioglimento del permafrost nelle regioni artiche, che, come si sa, contiene ingenti quantitativi di metano, altri ancora sono convinti che entrambi i fenomeni si rafforzino a vicenda.

Fatto sta che l'aumento di dimensioni non previste della concentrazione di metano nell’atmosfera rimette in discussione gli scenari pensati finora sullo sviluppo futuro del clima. Dall’era preindustriale fino agli anni ’90 del secolo scorso la concentrazione di metano era salita solo lievemente e in modo molto lento, poi è rimasta stabile a 1775 parti per miliardo fino al 2007, quando ha di nuovo iniziato a salire, dapprima lentamente e poi dal 2014 accelerando in modo inquietante. Oggi essa si situa attorno alle 1850 parti per miliardo.

Se le emissioni di metano dovessero continuare ad accelerare a questo ritmo, ci ritroveremmo ben presto confrontati non più solo al problema di come ridurre in modo drastico le emissioni di CO2, ma anche a quello di dover contenere l’aumento del metano.

Ricordiamo che il 40% del metano è di origine naturale e fa parte del ciclo normale della vita sulla terra. Il restante 60% è prodotto in un modo o nell’altro dalle attività umane, come ad esempio dallo scioglimento del permafrost, causato dal riscaldamento globale, provocato a sua volta dall’uso sconsiderato di combustibili fossili, oppure dalle le fughe di gas che avvengono durante l’estrazione e il trasporto del metano fossile che usiamo nelle nostre cucine e in numerose centrali elettriche. Altre fonti di metano di cui siamo responsabili sono l’allevamento intensivo di bestiame e la coltivazione del riso.