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Inquinamento dell’aria, il killer silenzioso

Articolo del 01 marzo 2019

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L’inquinamento dell’aria è uno dei maggiori rischi ambientali per la nostra salute. L’OMS stima a oltre 7 milioni le morti premature dovute a polveri fini & CO

Finora il criterio standard per misurare il benessere della popolazione di un paese è stato il cosiddetto PIL, il prodotto interno lordo. I soldi, tuttavia, non possono essere il solo criterio per misurare il benessere di una popolazione. Ci sono anche la qualità dell’ambiente in cui viviamo: i livelli d’inquinamento, la disponibilità e la qualità delle risorse idriche, la qualità degli alloggi, gli spazi verdi a nostra disposizione, l’efficacia del sistema sanitario, il tempo che passiamo negli ingorghi del traffico, ecc.

Spesso, quando un paese diventa più ricco, sono proprio questi altri fattori a soffrire maggiormente. Non a caso nella classifica delle città dove si vive meglio non appare nessuna delle grandi metropoli industriali.

Ed è proprio questo uno dei temi affrontati allo scorso World Economic Forum di Davos. In un articolo pubblicato sul sito del WEF sotto il titolo “Air pollution may be affecting how happy you are”, ossia l’impatto dell’inquinamento dell’aria sul nostro livello di felicità, si fa notare come la mancanza di libero accesso al verde di un parco, alle rive di un fiume, di un lago o del mare e  l’assenza di aria fresca e non inquinata incidono in modo determinante sulla nostra salute, sul nostro benessere mentale e fisico ed anche sulla nostra performance cognitiva e sulla nostra produttività sul lavoro.

L’effetto dell’inquinamento dell’aria sulla mortalità non solo infantile è oramai noto da tempo. Ad ogni picco d’inquinamento registrato dalle stazioni di monitoraggio, corrisponde un picco di mortalità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima a 7 milioni le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico.