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Calate del 42% dal 1990 le emissioni di CO2 in Gran Bretagna

Articolo del 19 febbraio 2019

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Il maggiore contributo a questo importante calo proviene dall’abbandono del carbone nella produzione di elettricità

Nel 2017 le emissioni britanniche di CO2 sono calate del 2,7% rispetto all’anno precedente. L’uso del carbone è diminuito nello stesso anno addirittura del 27% grazie alla chiusura di tutta una serie di vetuste centrali elettriche a carbone.

Ma non tutto è rosa in campo climatico dai nostri partner britannici. Mentre la produzione di elettricità diventava sempre più eco-sostenibile grazie alla messa in funzione di grossi impianti eolici off shore (impianti eolici in mare), le emissioni di gas serra da impianti di smaltimento dei rifiuti e dall’agricoltura sono addirittura aumentate, mentre quelli del settore dei trasporti non sono diminuite in modo sostanziale. Anche il settore abitativo non ha veramente contribuito molto alla diminuzione delle emissioni, visto che il governo conservatore ha cancellato le sovvenzioni ai risanamenti energetici e ha rinunciato a imporre norme più severe per quel che concerne gli isolanti termici degli edifici nuovi.

Secondo Carly McLachlan, direttrice del Tyndall Centre for Climate Research dell’Università di Manchester, ciò significa che in campo abitativo si sono persi anni e che occorrerà in futuro risanare dal punto di vista termico decine di migliaia di edifici che si sarebbero potuti costruire fin dall’inizio in modo rispettoso del clima. Molto caustica anche Caroline Lucas, deputata dei Verdi al parlamento di Westminster, secondo la quale è addirittura sorprendente che le emissioni di CO2 siano calate, visti i pesanti sussidi alle energie fossili, il sostegno senza riguardo alla cementificazione del territorio, il taglio del sostegno alle rinnovabili e la miserabile “love affair” con l’industria automobilistica da parte del governo.