“Tipping Point”, l’effetto domino del riscaldamento climatico è iniziato
01.12.2019
Notizie negative
Articolo del 27 luglio 2021
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Le foreste sono considerate, a ragione, il più importante serbatoio di CO2 del mondo. Per crescere gli alberi assorbono infatti ingenti quantitativi di CO2 dall’aria e ne immagazzinano il carbonio sotto forma di legno, liberando l’ossigeno nell’aria. Spesso leggiamo nei giornali che per fermare il surriscaldamento del clima occorre piantare più foreste. Ma quanti alberi dovremmo piantare? Facciamo un semplice calcolo prendendo ad esempio la piccola Svizzera
L’impronta ecologica della piccola Svizzera è enorme. In media, ogni anno, ogni singolo Svizzero immette nell'atmosfera 12 tonnellate di CO2. 6 di queste tonnellate sono dovute ad attività che si svolgono sul nostro territorio, ossia al traffico, ai riscaldamenti, all’industria, agli inceneritori, all’agricoltura, ecc.. Altre 6 tonnellate sono dovute a merci prodotte all’estero, ma consumate in Svizzera. A titolo di paragone: ogni Africano produce in media 0.9 tonnellate di CO2.
Per calcolare quanti ettari di bosco sarebbero necessari per compensare le emissioni di CO2 della Svizzera, occorre dapprima procurarsi alcuni dati
Il 31.3% della superficie della Svizzera è coperta da boschi
La superficie della Svizzera è di poco più di 4 milioni di ettari (4'128'500), circa 1,3 milioni dei quali (31.3%) sono ricoperti da boschi e foreste, circa 1,5 milioni (35.9%) sono usati a scopi agricoli, circa 310'000 ettari (7.5%) sono occupati da edifici, strade ed altre infrastrutture, e poco più di 1 milione di ettari (25.3%) sono superfici improduttive come laghi, ghiacciai e pietraie alpine. Da notare che il Ticino, con il 50,3% di superficie boschiva, è il cantone con la maggiore proporzione di boschi di tutta la Svizzera. (fonte: Ufficio Federale Svizzero di statistica)
1 metro cubo di legno di faggio contiene 340 kg di carbonio
Prendiamo ad esempio il faggio, una delle specie forestali più presenti nei boschi europei. Un metro cubo di legno di faggio contiene in media circa 340 chilogrammi di carbonio. Ciò corrisponde a 1,25 tonnellate di anidride carbonica che l'albero ha estratto dall'aria per far crescere questo volume di legno. Si calcola che l'incremento annuo di legno prodotto da un ettaro di bosco di faggi sia in media di 9 metri cubi. Ciò significa che nel suo processo di crescita il bosco assorbe ogni anno circa 12 tonnellate di CO2 per ettaro. (fonte: Bundeinformationszentrum Landwirtschaft / Germania). Per compensare le emissioni di un cittadino medio svizzero occorre quindi un ettaro di bosco di faggi.
Un singolo faggio assorbe in media circa 12.5 kg di CO2 all’anno
Per assorbire una tonnellata di CO2, un faggio deve crescere per circa 80 anni. Ciò significa che il faggio assorbe in media 12,5 chilogrammi di CO2 all'anno. Per compensare una tonnellata di CO2 emessa da una persona nell’arco di un anno sono dunque necessari 960 faggi (12'000 kg / 12,5 kg). Va notato che gli alberi giovani assorbono poco CO2. è infatti solo quando sono oramai grandi che assorbono molto CO2. A ciò bisogna aggiungere che la quantità di CO2 assorbita da un albero dipende anche da molti altri fattori, come di quale specie si tratta, la qualità del suolo, la disponibilità di acqua, se cresce in pianura o in montagna, ecc. Le cifre indicate sopra rappresentano dunque soltanto valori medi.
Ci sono anche alberi “turbo”
In cima alla classifica delle specie indigene di alberi a crescita rapida, specie che assorbono dunque più CO2, figurano il faggio, il carpino, il castagno, il ciliegio e il tiglio. Al 2° posto troviamo la quercia, l’acero, il frassino, l’olmo e la robinia. Al 3° troviamo pini e larici e al 4° l’abete rosso, quello bianco, l’abete del Caucaso e la douglasia. Esistono ovviamente anche alberi a crescita molto più rapida e che assorbono molto più CO2, ma si tratta di specie esotiche che arrischiano di alterare ulteriormente il già labile equilibrio ecologico. Un esempio è la Paulonia (Paulownia tomentosa, nota anche come Paulownia imperialis), un albero originario della Cina e della Corea che in estate cresce alla velocità impressionante di 2 centimetri al giorno, raggiungendo alla sola età di 3 anni i 10 metri di altezza, un primato che gli è valsa una citazione nel Guiness Book of Records. Ebbene la Paulonia, le cui foglie possono raggiungere il diametro di un metro, per crescere così in fretta assorbe fino 10 volte più CO2 delle specie autoctone. Per riuscire questo exploit, la paulonia effettua la fotosintesi di tipo C4, una fotosintesi turbo di cui è capace solo il 3% delle piante conosciute al mondo.
Per compensare le emissioni di CO2 della Svizzera occorrerebbe moltiplicare per 5,7 la superficie boschiva attuale
Per compensare le emissioni di CO2 prodotte sull’arco di un anno da un cittadino medio della Svizzera occorrono dunque 960 faggi, il che, come abbiamo visto sopra, corrisponde all'incirca a 1 ettaro di bosco di faggi.
Alla fine del 1° trimestre del 2021 la Svizzera contava 8'680'890 abitanti (fonte: Ufficio Federale di Statistica). Tradotto in ettari di bosco necessari a compensare le loro emissioni di CO2, ciò significa circa 8.7 milioni di ettari di bosco. Ma la superficie della Svizzera è solo di poco più di 4 milioni di ettari, oltre i 2/3 dei quali o sono occupati da città, villaggi, strade e altre infrastrutture, oppure sono utilizzati a scopi agricoli, o sono laghi, ghiacciai e pietraie alpine in cui non può crescere alcun albero. Detto in altri termini, per compensare tutto il CO2 prodotto dagli Svizzeri occorrerebbe un territorio supplementare equivalente ad altre due Svizzere ricoperte al 100% da boschi.
La situazione in Ticino
Il Ticino, un cantone con una superficie complessiva di 282'214 ettari, di cui 141'953 ettari di bosco, alla fine del primo trimestre del 2021 contava 351'303 abitanti. Malgrado il Ticino sia il cantone più ricco di boschi di tutta la Svizzera, i suoi boschi riescono dunque a compensare solo poco più del 40% delle sue emissioni di CO2. Per compensarle completamente occorrerebbero infatti oltre 353'000 ettari di boschi, ossia 69'000 in più dell’intera superficie del cantone. Pensare quindi che siamo messi meglio di altri è una pia illusione.
Piantare alberi non permette di fermare il surriscaldamento del clima
Per contrastare efficacemente il surriscaldamento del clima sarebbe necessario piantare un numero tale di alberi, da inghiottire letteralmente la maggior parte degli ecosistemi naturali e dei terreni coltivabili necessari alla produzione alimentare. Piantare più alberi è certamente utile, lodevole e aiuta a mitigare le isole di calore nelle città, ma non basterà mai e poi mai a stabilizzare il clima, perché, se continueremo a bruciare combustibili fossili come abbiamo fatto finora, il tenore di CO2 nell’atmosfera continuerà inesorabilmente ad aumentare e con esso la febbre del nostro pianeta.
Se vogliamo salvare il clima non c'è alternativa alla riduzione drastica e rapida delle emissioni di gas a effetto serra. Ciò significa dire definitivamente addio all’elettricità prodotta dalle centrali a carbone e a gas, mandare in pensione al più presto le nostre automobili a benzina e a diesel, sostituire l’olio da riscaldamento con termopompe, utilizzare idrogeno verde per i processi industriali e decarbonizzare pure i trasporti aerei e marittimi, in altri termini significa puntare tutto sulle energie rinnovabili.
Un solo passeggero su un volo da Zurigo a New York produce 2.6 tonnellate di CO2
Fra le attività che impattano maggiormente sul clima ne spicca una in particolare: l’aviazione civile. Volare danneggia il clima più di qualsiasi altra attività. Durante un solo volo fra Zurigo e New York (12.600 km andata e ritorno), ogni singolo passeggero, supponendo che voli in un aereo con 320 passeggeri a bordo, produce circa 2,6 tonnellate di CO₂. Questo volo ha quindi un impatto sul clima maggiore di un intero anno alla guida di un'automobile a benzina o a diesel (calcolo basato su un chilometraggio annuo medio di 13.000 chilometri e con una media di 1,6 persone a bordo).
Per illustrare la problematica, il WWF svizzero ha calcolato che le emissioni di CO2 di un solo viaggio di andata e ritorno di una persona da Zurigo a New York corrispondono a: