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Clima fuori controllo

Articolo del 23 giugno 2019

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In India, In Pachistan e nei paesi del golfo questa estate è iniziata con un’ondata di calore senza precedenti, con picchi fino a quasi 54°C 

Sono appena cadute nel dimenticatoio mediatico le micidiali ondate di calore, accompagnate da storiche siccità, che hanno colpito durante la scorsa estate australe (inverno qui da noi) il Sudafrica, il Sudamerica e l’Australia, che ecco affacciarsi fenomeni analoghi anche nel nostro emisfero boreale.

Nella scorsa settimana nel Rajastan, nel Nord dell’India, la colonnina di mercurio ha superato i 50°C. Allarme rosso anche a Nuova Delhi, dove il termometro ha superato i 46°C e le autorità hanno consigliato alla popolazione di non uscire di casa. Nel Bihar, uno degli stati più poveri dell’India, sono già morte di caldo oltre 200 persone, mentre altre centinaia hanno dovuto essere ricoverate negli ospedali dopo essere collassate per colpi di calore. Su un convoglio ferroviario del Kerala Express sono morti soffocati dal caldo torrido 4 passeggeri anziani. Decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare i loro villaggi a causa della mancanza d’acqua. Anche nello stato himalayano di Jammu Kashmir, dove gli indiani che se lo possono permettere passano le loro vacanze estive per sfuggire all’afa che attanaglia il resto del paese, le temperature hanno toccato i 39°C. In un altro stato montano, l'Himachal Pradesh, pure lui luogo di villeggiatura estiva degli indiani più facoltosi, il termometro ha sfiorato addirittura i 45°C.

600 milioni di persone a corto d’acqua

L’ondata di calore che ha colpito i due terzi del subcontinente indiano con temperature ben oltre i 40°C è la più lunga della storia e sta causando enormi problemi anche al rifornimento della popolazione con acqua potabile. In molte città le riserve idriche sono oramai esaurite e le autorità sono costrette a rifornire la popolazione con autocisterne che portano l’acqua in città da centinaia di km di distanza. Secondo le autorità sono oltre 600 milioni le persone colpite dalla penuria di acqua. I contadini, per abbeverare il loro bestiame, ricevono acqua solo ogni tre giorni, il prezioso liquido essendo destinato in priorità alla popolazione. In molte località le autocisterne sono letteralmente prese d’assalto dalla gente. Secondo l’Istituto di Tecnologia Indiano di Gandhinagar City, quest’anno oltre il 40% dell’India è confrontata alla siccità.

Situazione drammatica a Chennai

A Chennai, capitale dello stato indiano meridionale del Tamil Nadu che molti di noi conoscono ancora sotto il vecchio nome di Madras e che, con il suo agglomerato di oltre 8 milione e mezzo di abitanti, è la quinta regione metropolitana dell’India, la situazione è particolarmente drammatica. Dopo 5 anni di brutale siccità, la peggiore a memoria d’uomo, i 4 bacini che alimentano la città con acqua potabile sono oramai praticamente vuoti e la resa delle ultime sorgenti ancora funzionanti diminuisce giorno dopo giorno. Nei luoghi in cui le autocisterne portano l’acqua si formano lunghissime code. Molti sono costretti a sostare fino a 5 ore sotto il sole cocente prima di potersi riempire la tanica col prezioso liquido e non sempre ce n’è per tutti. Mentre l’acqua diminuisce il suo prezzo sale alle stelle: una famiglia con un reddito di 15'000 rupie al mese ora ne spende 2'000 soltanto per l’acqua. Dopo mesi senza praticamente una goccia di pioggia, la caccia all’acqua è diventata l’ossessione di milioni di abitanti della città. Non sorprende dunque se di giorno in giorno la popolazione diventa più insofferente e se proprio in questi giorni si sono registrate le prime sommosse di disperati, represse con la forza dalla polizia con l’arresto di oltre 550 persone. Giovedì scorso quando un cielo per una volta clemente ha fornito per la prima volta da mesi 29 millimetri di pioggia, la popolazione di Chennai è scesa a ballare per le strade.

I surriscaldamento del clima ha cambiato anche il regime dei monsoni

Il problema non sono soltanto le ondate di calore sempre più frequenti in India negli ultimi anni, ma anche il fatto che a causa del cambiamento del regime dei venti, causato a sua volta dal surriscaldamento climatico, i monsoni arrivano sempre più tardi e quando finalmente arrivano, riversano il loro enorme carico d'acqua su terreni oramai talmente secchi, da non poterlo più assorbire, creando così paradossalmente enormi inondazioni, come quella che lo scorso anno ha devastato lo stato del Kerala, seminando morte e distruzione e causando oltre un milione di sfollati.

In futuro fiumi a secco

Nei decenni a venire la situazione non è destinata a migliorare. Secondo Joshua Maurer, della Columbia University, che ha analizzato le osservazioni satellitari degli ultimi 55 anni, lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya sta accelerando in modo drammatico. Dal 2000 ad oggi la quantità di ghiaccio che si scioglie in estate è raddoppiata rispetto al periodo 1975-1999. In media negli ultimi 18 anni i ghiacciai hanno perso quasi mezzo metro di spessore all’anno, ossia circa 8 miliardi di tonnellate di ghiaccio. La sparizione dei ghiacciai himalayani avrà come conseguenza a termine di mandare in secca in estate fiumi come il Gange, con le conseguenze che si possono immaginare per l’agricoltura indiana e per il rifornimento idrico di centinaia di milioni di persone. Negli ultimi 4 decenni i ghiacciai dell’Himalaya hanno già perso il 25% del loro volume e attualmente conservano ancora circa 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Se il ritmo di fusione attuale dovesse mantenersi, essi scomparirebbero entro 75 anni, figuriamoci poi se questo ritmo dovesse ancora accelerare, come sembra essere il caso attualmente.

E in Europa? 

 Anche qui da noi in questi ultimi anni le estati sono diventate sempre più torride. In Europa l’anno scorso è stato quello più caldo di sempre e i primati precedenti sono stati registrati nel 2015, nel 2016 e nel 2017. Anche quest’anno entrerà con ogni probabilità nella lista dei 10 anni più caldi di sempre, infatti, secondo i meteorologi, il nostro continente sarà investito già la settimana prossima da un’ondata di calore estremamente intensa e di dimensioni mai viste nel mese di giugno. Ad essere colpiti saranno in particolare Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e il centro-nord dell’Italia, con la colonnina di mercurio che dovrebbe far la spola fra i 35 e i 40°C, ossia fino a 12-16°C sopra la media stagionale. Anche i nostri ghiacciai alpini si stanno squagliando. In Svizzera la loro superficie s’è già ridotta di metà, passando da 1'735 km2 nel 1850 a 890 km2 nel 2016.