Il primo ambientalista
07.03.2019
Notizie positive
Articolo del 06 aprile 2019
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Sabato 6 aprile sono nuovamente scese in piazza decine di migliaia di persone in una ventina di città svizzere per manifestare a favore della protezione del clima
La partecipazione a questa giornata di protesta è stata massiccia: nella capitale Berna erano in 10’000, a Zurigo in 15'000, a Losanna in 9'000, a Ginevra 3'000, a Winterthur 4'000, a Basilea 3'000, a Lucerna 2'000, a San Gallo 1'500 e altre centinaia in città più piccole, come Aarau, Bienne e Thun. Alcune città hanno addirittura rifiutato il permesso di manifestare, come Sion o Lugano.
Manifestazioni di dimensioni analoghe si erano già svolte il mese precedente, venerdì 15 marzo, nell’ambito dello sciopero per il clima di allievi e studenti. Questa volta le manifestazioni si sono svolte invece di sabato per dare anche agli adulti l’occasione di parteciparvi.
Questa massiccia mobilitazione per il clima comincia ad avere degli effetti sul mondo politico: città come Basilea, Olten e Delémont hanno dichiarato lo stato d’emergenza climatica e altre s’apprestano a fare altrettanto. Iniziative analoghe sono in corso anche in vari cantoni e a livello federale. Dichiarando l’emergenza climatica, cantoni come Basilea Città e Vaud riconoscono il pericolo di vedere la temperatura globale salire di oltre 1,5°C e s’impegnano a partecipare allo sforzo collettivo per ridurre le emissioni di CO2. A dar man forte ai manifestanti si sono impegnati anche 23'000 scienziati di Svizzera, Austria e Germania, che hanno firmato un appello, affinché le emissioni di gas serra vengano azzerate entro il 2030.