La protesta contro il riscaldamento climatico si radicalizza
24.04.2019
Notizie negative
Articolo del 25 settembre 2019
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"L'ecosistema sta collassando, siamo all'inizio di un'estinzione di massa, e tutto ciò di cui voi parlate sono soldi, favole e crescita economica", "gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai". È con un discorso estremamente emozionale che Greta Thunberg ha strigliato i capi di stato riuniti alla sede dell’UNU a Nuova York per l’ennesima conferenza sul clima
Ieri, intervistato daIl’emittente radiofonica Europe 1, presidente francese Macron ha criticato Greta Thunberg per aver sporto denuncia assieme ad altri 15 giovani contro la Francia, la Germania, la Turchia, l’Argentina e il Brasile presso il Committee on the Rights of the Child dell’ONU (il comitato sui diritti del fanciullo). I cinque paesi non sono certamente gli unici ad essere responsabili del surriscaldamento del clima, ma sono stati scelti perché figurano fra quelli maggiormente responsabili delle emissioni di CO2 e che poco fanno per limitarle. Proprio alla vigilia della conferenza sul clima di New York, la Germania aveva annunciato un vasto pacchetto di misure volte a ridurre le emissioni di CO2, pacchetto che è stato aspramente criticato dalla quasi totalità dei media tedeschi e tacciato di tigre senza artigli dall'insieme delle associazioni ambientaliste.
Il fatto è che oggi siamo governati da politici incapaci di far fronte in modo efficace all’emergenza climatica. Direi addirittura che siamo governati dai Chamberlain e dai Daladier del XXI secolo. Quelli che, per citare questo parallelo storico, invece di combattere il male, all’epoca il regime nazista, preferirono tergiversare e scendere a compromessi, spianando così la strada alla più grande catastrofe del 20° secolo: la seconda guerra mondiale. Perché è proprio di questo che si tratta anche oggi: temporeggiare e fare poco o nulla contro il surriscaldamento del clima, mentre ci sarebbe ancora tempo per correre ai ripari, significa permettere che avvenga una catastrofe di dimensioni esistenziali per tutta l’umanità. Soltanto che stavolta non basterà un Churchill per fermarla.
Per chi non sapesse chi erano Neville Chamberlain e Edouard Daladier, ricordiamo che alla vigilia della seconda guerra mondiale il primo era primo ministro britannico e il secondo primo ministro francese. Nell’illusione di poter evitare una guerra, i due, assieme a Hitler e Mussolini, firmarono nella notte fra il 29 e il 30 settembre del 1938 il famigerato Accordo di Monaco, in cui accettavano di cedere Hitler vasti territori di un paese terzo: la Cecoslovacchia. L’accordo, come si sa, non permise affatto di evitare la guerra, al contrario: alimentò ulteriormente le mire espansionistiche del dittatore e diventò per i paesi democratici sinonimo di vergogna.
Chamberlain e Daladier, due fautori della cosiddetta politica dell’appeasement, ossia una politica arrendevole rispetto all’espansionismo tedesco, furono festeggiati al loro rientro in patria come coloro che avevano salvato l’Europa da una nuova guerra. Si sa come andò poi a finire: appena un anno dopo le truppe di Hitler invasero la Polonia dando l’avvio alla seconda guerra mondiale, la più cruenta e sanguinosa di sempre.
Chamberlain dimissionò il 10 maggio del 1940, quando la Wehrmacht invase i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo, lasciando la carica di primo ministro a Winston Churchill e morì alla fine dello stesso anno. Daladier, che aveva già dimissionato due mesi prima, nel marzo del 1940, di fronte alla sconfitta militare della Francia scappò in Marocco, dove fu arrestato nel 1941 dal regime collaborazionista di Vichy e riportato in Francia per essere processato per alto tradimento e fu infine deportato nel 1943 in Germania. Alla fine della seconda guerra mondiale Daladier ebbe a fortuna di poter tornare a casa vivo, contrariamente ai 65 milioni di persone che persero la vita in questa terribile guerra.
Chamberlain e Daladier non furono mai perdonati dall’opinione pubblica e oggi vengono ricordati come due politici arrendevoli e timorosi, incapaci di far fronte all’emergenza. Non c’è da dubitare che la stessa sorte toccherà anche a gran parte dei nostri attuali politici.