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Boom di fotovoltaico negli USA

Articolo del 14 agosto 2023

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Dopo tutti i recenti disastri climatici, ecco finalmente un’ottima notizia: negli Stati Uniti, uno dei paesi più energivori al mondo, è scoppiata la corsa al fotovoltaico

Le aziende degli Stati Uniti che producono pannelli fotovoltaici e impianti di stoccaggio di energia hanno annunciato investimenti per un ammontare complessivo di oltre 100 miliardi di dollari. Questo tsunami di investimenti fa seguito all'approvazione un anno fa da parte del Congresso americano dell'Inflation Reduction Act (IRA), un piano varato dal governo di Joe Biden per rilanciare l’economia, piano che prevede tra l’altro di promuovere con ben 783 miliardi di dollari gli investimenti nella produzione energetica nazionale, ciò, da un lato, per garantire la sicurezza energetica del paese, e dall'altro per combattere nel contempo anche il surriscaldamento del clima.

Ecco perché, da quando il Presidente Joe Biden ha firmato l'IRA nell'agosto del 2022, negli Stati Uniti è stata annunciata la costruzione o l’ampliamento di ben 51 stabilimenti per la produzione di pannelli fotovoltaici. Queste fabbriche nuove o ampliate investiranno entro il 2026 quasi 20 miliardi di dollari per aumentare la produzione di tutta la filiera del solare di una capacità complessiva di 155 gigawatt (GW). Da notare che già l’anno scorso l’industria del fotovoltaico statunitense ha assunto oltre 20'000 nuovi lavoratori. Ricordiamo che negli Stati Uniti l'industria del fotovoltaico impiega oltre 255'000 lavoratori e che il tasso di crescita dei posti di lavoro nel settore solare è ben cinque volte superiore alla media nazionale.

È previsto che entro il 2026 gli Stati Uniti disporranno di una capacità produttiva di moduli, celle, wafer, lingotti e inverter pari a oltre 17 volte quella attuale, una quantità sufficiente per coprire il fabbisogno della maggior parte dei progetti fotovoltaici in fase di pianificazione negli Stati Uniti. Per quanto riguarda invece gli investimenti nel settore delle batterie, sono stati annunciati la costruzione o l’ampliamento di 14 impianti industriali, in grado di produrre 65 GWh di stoccaggio di energia in più all’anno. Da notare che negli USA, l’anno scorso, sono stati realizzati oltre 3 GW di progetti di stoccaggio energetico su vasta scala, quelli necessari a conservare l’energia elettrica prodotta in eccesso dagli impianti fotovoltaici ed eolici in caso di bel tempo o di forte vento, per poi erogarla nei momenti di penuria di fotovoltaico o di eolico.

Secondo Abigail Ross Hopper, presidente e amministratrice delegata della SEIA, la Solar Energy Industries Association, ossia l'associazione di categoria dell’industria del fotovoltaico degli Stati Uniti, "L'impennata senza precedenti della domanda di energia rinnovabile prodotta negli USA è un chiaro segno che gli incentivi per l'energia rinnovabile votati l'anno scorso dal Congresso stanno funzionando", "Questa legge è un esempio lampante di come una buona politica federale possa contribuire a stimolare l'innovazione e gli investimenti privati nelle comunità che ne hanno maggior bisogno".

Negli Stati uniti l'energia solare è oramai la fonte di elettricità che cresce più rapidamente. Delle nuove installazioni per la produzione e lo stoccaggio di elettricità che verranno allacciate alla rete entro la fine di quest'anno, il fotovoltaico appresenta in megawattore oltre il 54%, le batterie il 17%, il gas fossile il 14%, l'eolico l'11% e il nucleare solo un misero 4%. Stando al Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, basterebbe una superficie circa 57'000 chilometri quadrati di pannelli fotovoltaici per coprire l'intero fabbisogno di elettricità del paese, una superficie  grande più o meno quanto il lago Michigan.