Gli incendi australiani sono un assaggio del genere di catastrofe che ci riserva il riscaldamento climatico
03.01.2020
Notizie negative
Articolo del 03 aprile 2019
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Lo scorso inverno è stato il secondo più caldo dall’inizio delle misurazioni
A molti ticinesi ha magari fatto piacere, ma il caldo eccezionale dell’inverno appena passato ha lasciato anche un segno economico. Infatti l’altra faccia della medaglia è stato il deficit di piovosità che in certe zone è stato addirittura del 50% e che ha compromesso di conseguenza anche i profitti delle nostre centrali idroelettriche.
Stando agli esperti di Meteo Svizzera, alle basse quote del versante sudalpino l’inverno appena terminato è stato il secondo più caldo dal 1864, ossia da quando sono iniziati i rilevamenti delle temperature. I primi pollini del nocciolo e i primi bucanevi sono arrivati addirittura a fine dicembre e la primavera, quella floreale, è giunta con ben tre settimane di anticipo rispetto a 30 anni fa.
Nel mese di marzo la temperatura media mensile in tutta la Svizzera è stata di 1.5 gradi superiore alla norma, valore che corrisponde al diciannovesimo mese di marzo più caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1864. Sul versante meridionale delle Alpi e nella Svizzera occidentale il tempo è stato ancora più mite. Le alte temperature hanno favorito la fusione della neve sul versante sud delle Alpi, dove non si è mai registrata così poca neve da quando si è iniziato a misurarla. Nella seconda metà di marzo ad altitudini più elevate, si sono addirittura registrate temperature massime giornaliere fino a 6-8 gradi sopra la norma.
A Bosco-Gurin, a 1486 m di quota, l'altezza media della neve nel mese di marzo è stata di soli 4 cm. Il precedente valore più basso risale al marzo 2007 con 19 cm. Un cattivo auspicio per le stazioni sciistiche ticinesi. A Cardada si sta ad esempio già valutando se e come abbandonare definitivamente lo sci, attrattiva storica ma ormai anacronistica in tempi di riscaldamento climatico.