Hawaii si converte al trasporto pubblico su gomma elettrico
14.01.2019
Notizie positive
Articolo del 01 giugno 2019
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Secondo una recente analisi dell’agenzia d’informazione Bloomberg ne circolano oramai oltre 420'000, la maggior parte dei quali nelle città cinesi. Ma sempre più spesso anche città in altre parti del mondo sostituiscono i loro bus a gasolio con bus elettrici.
Bus elettrico BYD per le strade di Londra (foto: Wikipedia)
Quello dei trasporti su gomma è uno dei settori che maggiormente contribuiscono alle emissioni di CO2 e con ciò al riscaldamento globale. Ecco perché il passaggio alla motorizzazione elettrica di questo settore è tanto importante.
Se un’auto consuma in genere pochi litri di carburante al giorno, visto che la maggior parte di noi la usa di solito solo per andare a lavorare e per tornare a casa dopo il lavoro, oppure il sabato per andare a fare la spesa, un bus, non solo consuma di più perché è più grande, ma anche perché in genere viaggia durante tutto l’anno per 16 ore al giorno consumando in media giornalmente mezzo barile di diesel. Ecco perché l’elettrificazione del trasporto pubblico su gomma incide in modo importante sul consumo di carburanti fossili
I cinesi pionieri del trasporto pubblico elettrico su gomma
I cinesi lo hanno capito da tempo e spingono le loro città a sostituire le loro flotte di bus a diesel con nuovi bus elettrici. Una ricerca, effettuata nella metropoli cinese di Shenzen, è giunta alla conclusione che la sostituzione dei suoi 17'000 bus al gasolio con bus elettrici ha permesso di ridurre del 20% le emissioni di CO2 dovute al traffico stradale e ciò nonostante il fatto che i bus rappresentano soltanto lo 0,5% dei veicoli a motore in circolazione nella città. Un vantaggio supplementare non indifferente è la parallela diminuzione dell’inquinamento con polveri sottili, monossido di carbonio e ossidi di azoto.
Un’espansione a macchia d’olio e ora il sorpasso
Nel gennaio di quest’anno è uscito dalle sole officine della BYD cinese il 50’000° bus elettrico, il quale effettua oramai le sue corse regolari per le strade della città di Badajoz, capitale della regione autonoma spagnola dell’Estremadura. L’esempio cinese ha spinto molte altre città ad iniziare ad elettrificare le loro flotte di bus. Fra queste figurano città tanto diverse come Parigi, Berlino, Torino, Barcellona, Londra, la quale da buona città britannica ovviamente si munisce di bus elettrici a due piani, l’olandese Groningen, la norvegese Oslo, Atene, la turca Izmir, l’americana Filadelfia, la canadese Edmonton, Santiago de Cile, Jammu City nello stato indiano del Kashmir e via dicendo. Il solo Vietnam ha ordinato recentemente ben 3'000 bus elettrici. Si tratta di un vero e proprio boom e quest’anno, a livello mondiale, le vendite di bus elettrici hanno superato per la prima volta quelle di bus convenzionali con motore a diesel oppure ibridi.
I bus elettrici sono più convenienti di quelli a diesel
Oltre ad azzerare le emissioni di CO2 e di altri gas nocivi, un bus elettrico è anche conveniente dal punto di vista finanziario. Paragonato a un bus con motorizzazione a diesel, se da un lato quello elettrico costa di più all’acquisto, dall’altro permette di risparmiare fino a 400'000 $ di costi operativi (carburante e spese di manutenzione) durante i suoi 10-12 anni di vita.
Nuovi arrivati e start-up portano scompiglio nel mercato dei bus
La Cina si è aggiudicata la parte del leone del mercato mondiale dei bus elettrici. Non sorprende dunque se la ditta cinese BYD ha già venduto in Europa oltre 700 dei suoi bus elettrici, di cui 138 alla sola ditta di trasporti svedese Nobina. Di fatto i produttori di bus elettrici portano nomi sconosciuti come AMZ, Solaris, BYD, Columbus, YTE, Ebusco o Sileo. Si tratta soprattutto di start-up o di ditte che finora non erano attive sul mercato dei bus.
Confrontati al crollo brutale delle loro vendite di bus convenzionali a diesel, i principali costruttori di bus europei, come l’olandese IVECO, le tedesche Mann e Mercedes, stanno cercando di correre ai ripari, mettendo anche loro in cantiere veicoli con motorizzazione elettrica, perché, come disse ai suoi azionisti riuniti in assemblea Dieter Zetsche, il direttore della Daimler, “più auto elettriche sono un’ottima cosa per il bilancio del CO2, ma non altrettanto buona per il bilancio della nostra azienda”.