È in corso una vera e propria rivoluzione nel campo delle batterie
19.04.2024
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Articolo del 31 maggio 2022
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Nel 2017, un gruppo di ricercatori della Chalmers University of Technology di Göteborg in Svezia hanno sviluppato un sistema che permette di immagazzinare l'energia solare per anni, rilasciandola, quando serve, sotto forma di calore. Poi, nel corso degli anni seguenti, hanno perfezionato il loro sistema al punto che ora è possibile conservarla fino a 18 anni. Ultimamente infine i loro colleghi della Shanghai Jiao Tong University sono riusciti a produrre elettricità collegando il sistema a un generatore termoelettrico
Il sistema di immagazzinamento dell’energia solare ideato dagli scienziati del Dipartimento di Chimica e Ingegneria Chimica della Chalmers University è noto sotto l’acronimo di "MOST", che sta per Molecular Solar Thermal Energy Storage Systems. La sua tecnologia si basa su una molecola composta da carbonio, idrogeno e azoto e che è stata appositamente progettata per cambiare forma quando entra in contatto con i raggi solari. In quel caso si trasforma in un isomero ricco di energia, ossia in una molecola che è composta esattamente dallo stesso tipo e numero di atomi, i quali sono tuttavia disposti in modo diverso. Nel caso citato sopra l'isomero può essere conservato in forma liquida per essere poi utilizzato quando necessario, ad esempio di notte o nel cuore dell'inverno. Per fargli rilasciare l’energia immagazzinata in precedenza si utilizza un catalizzatore, il quale riporta la molecola alla sua forma originale e pronta ad essere utilizzata di nuovo per immagazzinare altra energia solare.
Un metodo radicalmente nuovo per sfruttare l’energia solare
Si tratta insomma di un modo completamente nuovo per immagazzinare energia solare, un modo radicalmente diverso dai convenzionali pannelli fotovoltaici o da quelli solari termici. Significa in pratica che si può usare l'energia solare per produrre elettricità indipendentemente dal tempo, dall'ora del giorno, dalla stagione o addirittura dalla posizione geografica.
Come illustrato nello studio pubblicato il mese scorso sulla rivista scientifica Cell Reports Physical Science, i ricercatori svedesi hanno infatti inviato le loro molecole, cariche di energia solare accumulata in Svezia, ai colleghi della Shanghai Jiao Tong University, i quali hanno rilasciato questa energia, convertendola in elettricità tramite un generatore termoelettrico (TEG). In parole povere: l’energia solare captata su suolo svedese è stata inviata dall'altra parte del mondo e convertita in elettricità in Cina.
Il sistema MOST permette di produrre energia elettrica su richiesta
Il grosso vantaggio dell’energia solare è che si tratta di una forma di energia rinnovabile e per di più gratuita. Tuttavia lo svantaggio del fotovoltaico, utilizzato finora per sfruttarla, è che il suo rendimento è variabile, perché funziona solo quando splende il sole. Il sistema MOST sviluppato dalla Chalmers University of Technology permette invece di mietere l'energia quando splende il sole, di immagazzinarla e di utilizzarla su richiesta per produrre elettricità indipendentemente dal meteo, dall'ora del giorno, dalla stagione o dalla posizione geografica. Il bello di questo sistema è inoltre il fatto che si tratta di un processo chiuso e circolare: un sistema che funziona senza causare alcuna emissione di CO2.
Prima delle applicazioni pratiche occorreranno altre ricerche
Ovviamente siamo soltanto all’inizio delle ricerche in questo campo e i ricercatori avvertono che ci vorrà ancora del tempo prima che il sistema MOST possa integrarsi nella nostra vita quotidiana. Finora sono state infatti generate solo piccole quantità di elettricità e prima di poter ricaricare i nostri gadget tecnici o riscaldare le nostre case con questo sistema, ci vorrà quindi ancora parecchia ricerca e sviluppo. I risultati ottenuti finora mostrano tuttavia che il concetto funziona e che è molto promettente.