Caldo estremo in Australia, Argentina e Cile
09.02.2019
Notizie negative
Articolo del 23 agosto 2024
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Al momento della sua entrata in carica, il presidente democratico Joe Biden ha trovato sulla sua scrivania della Casa Bianca un documento intitolato "Un mondo più contestato". Stilato da analisti esperti della Central Intelligence Agency (CIA) e del National Intelligence Council (NIC), esso contiene cupe previsioni per la situazione nel mondo nel 2040
Il rapporto presenta diversi scenari e in passato molti di questi rapporti hanno dato ragione alla CIA. Nel 2009, ad esempio, Barack Obama era stato avvertito di un rischio molto elevato di pandemia globale per gli anni 2020. Il documento, che è appena stato pubblicato in francese col titolo “Un monde plus contesté” dall'editore Équateurs, abbozza cinque grandi scenari concernenti il futuro del nostro pianeta e mette soprattutto in guardia dalle conseguenze del cambiamento climatico e dalle derive legate al progresso tecnologico.
Va sottolineato che il rapporto consegnato a Biden affronta per la prima volta il tema del surriscaldamento del clima. Gli autori elencano gli effetti a lungo termine del riscaldamento globale sul nostro pianeta e mettono l’accento sulla crisi alimentare che si profila all’orizzonte e sull’aumento delle migrazioni. Infatti le regioni ancora dipendenti dall'agricoltura pluviale come l'Africa subsahariana o l'America centrale sono particolarmente colpite dalla crisi climatica. Inoltre la rapida urbanizzazione e la cattiva gestione del territorio e delle risorse hanno per effetto di intensificare ulteriormente il surriscaldamento del clima.
Secondo gli analisti, intorno al 2030 gli effetti fisici del riscaldamento globale si faranno però sentire in modo massiccio anche nei nostri paesi industriali, paesi dal clima oggi ancora, si fa per dire, “temperato”. Il costante aumento delle temperature sarà accompagnato da un crescendo di siccità, inondazioni e tempeste estreme, con i relativi danni alle infrastrutture, alla salute pubblica e all’agricoltura.
A conferma di tutto ciò, le allarmanti notizie che ci giungono in queste settimane da importanti paesi agricoli europei, come la Francia, il principale produttore europeo di cereali (grano tenero, grano duro, orzo, segale e avena), che prevede per quest’anno un crollo del 13% dei raccolti a causa degli eventi meteorologici estremi, l’Italia, che ha visto crollare la sua produzione di olio d’oliva del 28% a causa della siccità, la Spagna dove il raccolto di olive s’è più che dimezzato, anche lì a causa della siccità.
Partendo dal presupposto che il riscaldamento globale non potrà essere frenato in modo significativo in tempo utile, ciò a cui il mondo tende attualmente, molti paesi tenteranno di correre ai ripari tramite la geo-ingegneria climatica, ossia la manipolazione del clima tramite diverse tecnologie: una pratica tesa a trovare soluzioni a carattere correttivo sul breve termine, ma tutt’altro che sicure sul lungo periodo.
Anche l’intelligenza artificiale arrischia di fragilizzare il nostro assetto sociale
Secondo la CIA e il NIC l'aumento delle temperature non è l'unico problema che grava sulle nostre spalle. Se da un lato il progresso digitale ci offre nuove soluzioni per combattere il riscaldamento globale, dall’altro esso rappresenta anche una delle principali cause delle preoccupazioni degli analisti. Verso il 2040 gran parte della nostra società industriale sarà automatizzata con migliaia di miliardi di oggetti connessi. Ciò comporterà certamente dei vantaggi, per esempio nel campo della sanità con nuove scoperte in campo medico, oppure più sicurezza dei trasporti e progressi nei campi dell’istruzione e dell’agricoltura, ma queste innovazioni comporteranno anche crescenti tensioni e perturbazioni, ad esempio sul mercato del lavoro, e una corsa alla supremazia tecnologica fra le varie superpotenze economiche, mentre d'altro canto il ricorso massiccio all’intelligenza artificiale provocherà pericolose derive nel settore della sicurezza. A preoccupare la CIA è in particolare l'adozione diffusa dell'intelligenza artificiale e il suo uso sui campi di battaglia e in ambito terroristico, con attacchi più violenti e più frequenti e più facili da organizzare e pilotare a distanza.
Gli enormi debiti accumulati durante la pandemia accentuano la crisi sociale
Un'altra grande difficoltà citata dal rapporto è la ripresa post-Covid. Secondo gli esperti della CIA anche tra vent'anni, le nostre economie non si saranno del tutto ristabilite da questa crisi, che rappresenta il più importante sconvolgimento globale che le nostre società abbiamo subito dalla seconda guerra mondiale.
Le conseguenze dirette della crisi pandemica sono per cominciare economiche, a causa degli enormi debiti accumulati dai governi per renderla sopportabile, debiti che dovranno essere rimborsati nei prossimi decenni. Ma si tratta anche di una crisi sociale all’origine delle grandi difficoltà soprattutto per le giovani generazioni per trovare un lavoro. Una crisi che ha accentuato il calo di fiducia della popolazione nei confronti della politica, al punto da far temere alla CIA per la tenuta futura delle nostre democrazie. Nel rapporto troviamo scritto testualmente: “mentre il divario tra i governi e i popoli si allarga sempre più, una rottura potrebbe portare nel peggiore degli scenari possibili a rivolte massicce e senza precedenti”.
Infine CIA e NIC puntano il dito sulla bomba demografica. Se oggi abbiamo l'impressione di essere in molti sulla Terra, nel 2040 saremo soprattutto moltissimi anziani. Con il rallentamento della crescita demografica globale, molti paesi, in particolare quelli dell'Europa e dell'Asia orientale, vedranno la loro popolazione invecchiare molto più velocemente della media, il che non mancherà di avere un forte impatto sulle loro economie.
3 scenari “positivi” già superati dalla realtà
Tre dei 5 cinque scenari analizzati nel rapporto "Un mondo più contestato" ipotizzano uno sviluppo entro il 2040 tutto sommato relativamente “positivo”. Il primo di questi immagina una cooperazione mondiale intorno alle sfide climatiche ed economiche globali che dovrebbe permettere di risolvere i problemi evitando conflitti. Il secondo ipotizza un partenariato tra Cina e Unione Europea con lo stesso obiettivo del primo scenario, ossia una lotta comune contro la catastrofe climatica che colpisce tutti i paesi. Il terzo ed ultimo scenario che potremmo qualificare di "positivo" ipotizza una riconciliazione tra le democrazie e i loro popoli, con tensioni sociali che vanno progressivamente attenuandosi, grazie a una ritrovata fiducia del pubblico nelle proprie istituzioni democratiche.
A 4 anni dalla stesura del rapporto consegnato a Joe Biden, questi tre scenari sembrano però oramai poco plausibili.
2 scenari molto pessimisti che sembra si stiano avverando
Le altre 2 ipotesi sono molto più pessimistiche. Nella quarta la CIA propone uno scenario in cui i paesi dell'OCSE si trovano confrontati ad un’economia in stallo, con un conseguente aumento delle tensioni sociali. Il quinto e ultimo scenario è quello più fosco, con un mondo che si ritrova frammentato in diversi blocchi economici e di sicurezza. Le priorità di questi blocchi appaiono rivolte soprattutto all'autosufficienza e alla difesa, lasciando da parte il principale problema globale, ossia il clima. Questo rapporto è stato stilato 4 anni fa e le sue previsioni più pessimistiche si stanno apparentemente avverando, basta citare la guerra in Ucraina e nel vicino oriente, le guerre commerciali scoppiate fra USA ed Unione Europea da un lato e la Cina dall’altro e la crescente destabilizzazione delle democrazie occidentali ad opera di movimenti populisti e di estrema destra.
Messaggio percepito da Joe Biden
Da 28 anni ogni presidente eletto o rieletto negli Stati Uniti ha trovato a inizio mandato sulla sua scrivania della Casa Bianca un rapporto contenente le previsioni sul futuro del nostro pianeta nei seguenti 20 anni, un rapporto stilato dai migliori analisti della Central Intelligence Agency (CIA) e dal National Intelligence Council (NIC). Ma il 20 gennaio del 2021, per la prima volta dal suo lancio, questo rapporto è risultato essere decisamente allarmante. Surriscaldamento del clima, crisi alimentare, rivolte popolari e uso improprio dell’intelligenza artificiale ... il riassunto di questo rapporto non contiene molto che possa renderci fiduciosi nel futuro.
Spesso considerati troppo ottimisti, gli analisti della CIA e del NIC hanno infatti giudicato questa volta la posta in gioco troppo importante e hanno preferito mettere il dito direttamente nella piaga, per evitare che il nuovo governo democratico prendesse decisioni politiche poco lungimiranti. Joe Biden ha apparentemente percepito il messaggio, varando il 12 agosto del 2022 il cosiddetto “Inflation Reduction Act” una legge che mira tra l’altro a promuovere negli USA con 783 miliardi di dollari la produzione delle energie rinnovabili e che rappresenta il più grande investimento per affrontare il cambiamento climatico nella storia degli Stati Uniti.