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La Cina campione del mondo dell’elettrificazione

Articolo del 20 agosto 2024

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La Cina non è solo il principale produttore di pannelli fotovoltaici, è anche il paese che installa il maggior numero di impianti di energie rinnovabili e il paese in cui la transizione energetica avanza a passi da gigante

Da oramai un ventennio si sa che la transizione energetica dai carburanti e combustibili fossili all’elettricità, in altri termini l'elettrificazione di tutti i settori dei nostri paesi industriali, dai trasporti, al riscaldamento, ai processi industriali, è il fattore decisivo riuscire a fermare il surriscaldamento del clima. Ed è proprio in questo campo che la Cina è campione del mondo.

Per quanto riguarda i trasporti terrestri, la Cina ha elettrificato un numero enorme di veicoli passeggeri. In Cina circolano milioni di biciclette e scooter elettrici, 600’000 autobus elettrici, e oltre la metà delle nuove auto vendute sono auto elettriche ricaricabili. Nelle città e nei porti circolano circa 500'000 veicoli di servizio elettrici. Sullo Yangtze circolano mercantili muniti di batterie con un’autonomia di 1'000 km e una capacità di 700 container, mentre sul lago delle Tre Gole circola una nave da crociera elettrica che da spazio a 1’000 turisti.

Sappiamo quanta energia consuma ogni regione del mondo e quanta elettricità consuma. Per l'America, l'India e la Cina, ci sono sono statistiche nazionali, ma anche se l'Europa è composta da una moltitudine di stati nazionali, si può trattarla come un'entità unica. A tal fine, vale utilizziamo il perimetro ENTSO-E, che include l'Unione Europea e un gruppo di altri paesi europei che si allineano ad essa in materia di politica energetica, monetaria, commerciale o in tutte e tre.

La Cina, in parte a causa del fatto di non disporre di riserve proprie di petrolio o di gas, ha puntato fin dal 1990 sullo sviluppo del suo settore elettrico e a partire dal 2005 il consumo di elettricità è andato rapidamente aumentando. Negli ultimi tre anni il settore elettrico ha poi subito una ulteriore accelerata. Ecco perché il picco delle emissioni cinesi di gas serra, che era previsto per il 2030, sarà con ogni probabilità raggiunto già quest’anno, sei anni in anticipo sulle previsioni. Sembra dunque che la Cina si appresti a diminuire le sue emissioni di gas clima-alteranti altrettanto rapidamente di quanto le ha incrementate.

Attualmente la Cina non è soltanto campione del mondo nell’elettrificazione della sua economia, ma è anche campione del mondo nell’installazione delle energie rinnovabili. Nei soli 12 mesi tra il mese di marzo del 2023 e marzo 2024, la Cina ha installato più impianti fotovoltaici di quanti ne avesse installati nei tre anni precedenti messi insieme e più di tutto resto del mondo. Alla fine di giugno di quest’anno, la capacità installata delle energie rinnovabili rappresentava il 53,8% del totale della capacità installata per la produzione di nazionale di energia elettrica, con un aumento di 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Potenza installata e resa effettiva degli impianti tuttavia non coincidono a causa del fatto che le rinnovabili producono a intermittenza: il solare non produce di notte e l’eolico non produce in mancanza di vento. Ciò non toglie che in Cina la quota delle energie rinnovabili nella produzione di energia elettrica è passata dal 32% al 35,1% in soli 6 mesi.

Il governo cinese ha capito che il paese che elettrificherà più rapidamente la sua economia e che passerà più rapidamente alle energie rinnovabili non solo darà un contributo decisivo alla lotta contro il surriscaldamento del clima, ma disporrà pure dell'economia più competitiva a livello globale. Le altre grandi economie, che tuttora tergiversano sulla transizione energetica adducendo la scusa dei suoi costi, non sembrano ancora averlo capito e arrischiano così di perdere il treno.

Nell’Unione Europea, con il suo Green New Deal, e negli Stati Uniti, con l‘Inflation Reduction Act di Biden che prevede grossi investimenti nella filiera delle energie rinnovabili, sembra comunque che qualcosa si stia timidamente muovendo.

Nell’Unione Europea, il solare supera il carbone

Nell’Unione Europea il sorpasso del carbone da parte del fotovoltaico è già avvenuto nel 2022 con una produzione fotovoltaica pari a 210'249 gigawattora, a fronte dei 205'693 gigawattora prodotti dalle centrali a carbone. A certificare questo sorpasso storico è Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea. E ciò nonostante il fatto che nel 2022 le importazioni di carbone fossero aumentate a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ricordiamo che fino a quel momento la Russia era uno dei principali fornitori di carbone per le centrali elettriche dell’UE. Ecco perché, dopo il divieto d’importazione di carbone russo decretato dall’Unione Europea nell’agosto del 2022 erano state create ingenti scorte di carbone per paura di dover far fronte a una crisi energetica.

I dati finora disponibili concernenti il 2023, mostrano che la produzione e il consumo di carbone nell’Unione Europea sono oramai scesi ai livelli più bassi mai registrati. Il consumo di carbone è calato del 23%, a 351 milioni di tonnellate, i due terzi dei quali consumati nelle centrali a carbone di Germania e Polonia.

Anche negli USA le rinnovabili superano per la prima volta il carbone

Quest’anno anche negli Stati Uniti le rinnovabili superano per la prima volta il carbone nella produzione di elettricità. In genere, negli ultimi anni, fotovoltaico ed eolico superavano il carbone nei primi mesi dell’anno, ma il carbone tornava poi alla ribalta nei mesi estivi, quando gli americani mettono in funzione i loro impianti di climatizzazione. In questa estate 2024, per la prima volta ciò invece non è successo. Nei primi 7 mesi di quest’anno la produzione di elettricità tramite il fotovoltaico è infatti aumentata del 36% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, generando 118 terawattora da gennaio a luglio. Nello stesso periodo è cresciuta anche dell’8% la produzione di energia eolica, generando 275 terawattora. Insieme, il fotovoltaico e l’eolico rappresentano oramai il 16% della produzione di elettricità degli Stati Uniti, a cui va aggiunta l’energia idroelettrica.

Va sottolineato che nello stesso lasso ti tempo la domanda di energia negli Stati Uniti è aumentata del 4%, destando non poche preoccupazioni per la stabilità delle reti elettriche della California e del Texas stati che sono stati teatro enormi ondate di calore. Ma sono proprio California e Texas che hanno visto la crescita più spettacolare di impianti fotovoltaici, i quali, coadiuvati dall’installazione di batterie per lo stoccaggio di elettricità nelle zone residenziali e industriali hanno permesso di evitare una crisi energetica.