Crollo del carbone in Europa
26.08.2019
Notizie positive
Articolo del 30 maggio 2024
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EMBER ha pubblicato l'edizione della sua annuale “Global Electricity Review”, che fornisce una panoramica sui cambiamenti che si sono verificati nel 2023 nella produzione globale di elettricità. Spicca la forte crescita delle rinnovabili
Attualmente, a livello mondiale, il settore che produce più emissioni di CO2 rimane quello energetico. I ¾ dei gas a effetto serra emessi dall’umanità sono infatti dovuti al nostro consumo di energia. Attualmente il fabbisogno mondiale di energia, cioè di petrolio, carbone, gas ed elettricità, si aggira attorno ai 130’000 TWh all’anno.
Il rapporto di EMBER analizza in particolare i dati sulla produzione di elettricità di 80 Paesi che rappresentano il 92% della domanda globale di elettricità. Stando agli esperti di EMBER, in questo 2024 dovremmo poter assistere per la prima volta a un lieve calo della produzione di elettricità tramite fonti fossili, un trend che dovrebbe rafforzarsi negli anni a venire. Infatti quest’anno la crescita della domanda di elettricità dovrebbe situarsi attorno ai 968 TWh rispetto all’anno scorso, mentre la crescita della produzione a partire dalle rinnovabili dovrebbe aggirarsi attorno ai 1300 TWh, con un conseguente calo di 333 TWh (-2%) della generazione di elettricità a partire da fonti fossili. Ma vediamo le cifre in dettaglio.
L’anno scorso a livello globale l’idroelettrico ha contribuito col 14.3% alla produzione di elettricità, l’eolico col 7.82%, il fotovoltaico col 5.53% e le altre rinnovabili col 2.6%. In totale dunque poco più del 30% dell’elettricità è stata prodotta tramite fonti rinnovabili un record. Rimane comunque il fatto che oltre i 2/3 dell’elettricità sono ancora stati prodotti tramite combustibili fossili, cifra che include anche il nucleare. Infatti 1/3 dell’elettricità, il 35,5%, è stata prodotta tramite centrali a carbone, le più inquinanti di tutte, oltre 1/5, il 22.5%, tramite centrali a gas e altri 2.5% tramite altri combustibili fossili, mentre poco più del 9% dell’elettricità è stata prodotta tramite centrali nucleari.
Eolico e fotovoltaico cresciuti a doppia cifra
Il fatto più interessante è però che nel 2023 la produzione di elettricità tramite il solare e nell’eolico è cresciuta a doppia cifra, ossia del 23% per il fotovoltaico e del 10% per quel che concerne l’eolico, mentre quella tramite centrali a combustibili fossili è cresciuta soltanto di un magro 0.8%. La transizione energetica dalle fossili alle rinnovabili appare dunque avviata.
Va sottolineato il fatto che per raggiungere l’obiettivo zero emissioni di CO2 nel 2050 la decarbonizzazione del settore della produzione di elettricità rappresenta il tassello centrale e che si tratta dunque del primo settore a dover essere completamente decarbonizzato. Questo non soltanto perché si tratta del settore più inquinante a livello globale e di quello che produce in assoluto più emissioni di gas serra (oltre 1/3 di tutte quelle legate al settore energetico), ma anche perché è il presupposto per poter procedere alla decarbonizzazione degli altri settori, come quello dei trasporti, quello dei riscaldamenti e quello della produzione industriale, decarbonizzazione che genererà automaticamente un notevole aumento della domanda di elettricità.
Nel 2023 sono stati installati a livello globale il 50% di impianti eolici in più rispetto a quelli installati l’anno precedente
Il 2023 è stato l’anno migliore di sempre per la produzione di energia eolica. Lo certifica il “Global Wind report 2024”, secondo cui l’anno scorso l’industria eolica mondiale ha installato una capacità record di 117 Gigawatt. Questa cifra rappresenta un aumento del 50% rispetto ai nuovi impianti eolici realizzati nel 2022. Si tratta di un segnale molto positivo, ma ancora insufficiente per raggiungere l’obiettivo posto per l’eolico dalla Cop28. Infatti, stando agli esperti, per raggiungere gli obiettivi climatici, la crescita annuale di energia eolica dovrebbe passare dai 117 GW del 2023 ad almeno 320 GW entro il 2030.
Ben Backwell, l’amministratore delegato del Global Wind Energy Council, ha ricordato che “ci sono voluti più di 40 anni per raggiungere la soglia di 1 TW (Terawatt) di potenza eolica installata in tutto il mondo e ora abbiamo solo sette anni per installare i prossimi 2 TW”
Da notare che la crescita dell’eolico è concentrata soprattutto in alcuni grandi Paesi come Cina, Stati Uniti, Brasile e Germania. Occorre dunque che molti altri paesi seguano l’esempio, rimuovendo le barriere legislative che tutt’ora frenano il dispiegamento degli impianti eolici.
Nel 2023 il fotovoltaico ha registrato un vero e proprio boom a livello globale, superando del 43% la crescita registrata l’anno precedente
Mentre nel 2021 soli 17 paesi avevano incrementato il loro fotovoltaico di oltre 1GW, nel 2022 se ne sono contati già 26. Per l’anno prossimo si prevede che saranno addirittura 50 i paesi che supereranno questa soglia. Da notare che l'installazione di nuovi impianti fotovoltaici è aumentata ininterrottamente per il 19° anno consecutivo.
La Cina in testa alla transizione energetica
Alla guida del plotone di testa è la Cina, che secondo il “China Electricity Council” disporrà entro la fine di quest’anno una capacità totale installata di eolico e solare pari a 1’300 GW, un obiettivo superato con ben sei anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia. Infatti il presidente cinese Xi Jinping s’era impegnato nel 2020 a raggiungere i 1’200 GW di potenza elettrica combinata tra solare ed eolico entro il 2030. Da notare che il 51% delle nuove capacità di produzione fotovoltaica installate a livello globale nel 2023 e il 60% di quelle di produzione eolica sono state installate proprio dai cinesi.
Aumenta a livello globale la domanda di elettricità
Segno “più” anche per la domanda totale di elettricità, che nel 2023 è aumentata di 627 terawattora (+2,2%). Tuttavia, specifica Ember, si tratta di un aumento inferiore alla media degli ultimi anni, e ciò a causa di un pronunciato calo della domanda nei Paesi dell’Ocse, soprattutto nell’Unione Europea (-3,4%) e negli Stati Uniti (-1,4%). In controtendenza invece la Cina, dove la domanda di elettricità è aumentata addirittura del 6,9%, una forte crescita dovuta soprattutto a cinque fattori trainanti: le auto elettriche, le termopompe, gli elettrolizzatori, i condizionatori d’aria e i data center.
Secondo gli analisti di EMBER il 2024 sarà ancora migliore
Stando agli analisti di EMBER, entro fine anno eolico e fotovoltaico aumenteranno di quasi altri 1300 TWh, mentre la produzione di elettricità tramite energie fossili diminuirà di 333 TWh, per un saldo finale di +968 TWh a favore delle rinnovabili. Il settore della produzione di elettricità dovrebbe dunque essere il primo a riuscire a decarbonizzarsi: per i paesi dell’OCSE questo traguardo potrebbe già essere raggiunto entro il 2035, mentre nel resto del mondo una decina d’anni più tardi. Da notare che il settore elettrico è attualmente il più inquinante di tutti, producendo più di un terzo delle emissioni di anidride carbonica legate al settore energetico nel suo complesso.
Boom di fotovoltaico anche in Svizzera
Stando a Pronovo, l’agenzia governativa svizzera incaricata della gestione degli incentivi federali per le energie rinnovabili, nel primo trimestre del 2024 è stato registrato un numero record di nuovi impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva di 603 MW. Rispetto al 1° trimestre dell’anno scorso, l’aumento è stato addirittura dell’81%.
Questi numeri estremamente positivi sono dovuti soprattutto a un aumento degli impianti di potenza superiore a 100 kW, mentre le richieste per impianti più piccoli non hanno subito aumenti di rilievo. Particolarmente interessante è anche l’aumento delle installazioni di impianti fotovoltaici sulle facciate degli edifici. In questo campo, nei primi tre mesi del 2024, Pronovo ha ricevuto 484 registrazioni per una capacità di 6,7 MW.
La capacità totale di fotovoltaico installata in Svizzera alla fine del 2023 è stata di oltre 6’200 MW, di che produrre circa 6 TWh di elettricità sull’arco dell’anno. A titolo di paragone, la centrale nucleare di Gösgen, che fornisce circa il 13% dell’elettricità consumata in Svizzera, ha prodotto nel 2022 poco meno di 7,9 TWh di elettricità. Ciò significa che per quest’anno la soglia del 10% di energia solare sul consumo totale di elettricità della Svizzera è già stata raggiunta e ciò è tanto più sorprendente in quanto fino a meno di una manciata d'anni fa la Svizzera era il fanalino di coda dell’Europa in ambito fotovoltaico. A favorire questo boom è stato anche il massiccio rincaro dell’elettricità, il cui prezzo è aumentato in un solo anno in media del 28,5%, fatto che ha spinto molte ditte a produrre elettricità in proprio tramite impianti fotovoltaici.
La rapida crescita delle rinnovabili nel campo della produzione di elettricità è quindi molto incoraggiante, così come lo è pure il calo strutturale del consumo di energia grazie ad apparecchi elettrici sempre più efficienti. Si tratta di un calo che viene tuttavia più che compensato dal maggior consumo dovuto dal crescente numero di veicoli elettrici e dall’installazione di termopompe
Un motore elettrico è molto più efficiente di uno a benzina o diesel
Occorre tuttavia sapere che il motore elettrico è in assoluto il più efficiente, circa il doppio di un diesel e il triplo di uno a benzina. E questo perché il motore elettrico è in grado convertire fino al 90% dell’energia stoccata nella batteria in km percorsi, mentre per i motori a scoppio siamo circa al 30% (in quelli a benzina più evoluti si arriva fino al 40%, come pure in quelli a diesel). Infatti nei motori a scoppio la generazione del movimento avviene tramite la combustione, durante la quale però ben oltre la metà dell’energia è sprigionata sotto forma di calore e soltanto il resto in moto. In altri termini la maggior parte dell’energia contenuta nel carburante non serve a nulla, se non a scaldare ulteriormente l’ambiente.
La termopompa utilizza molto meno elettricità di un riscaldamento elettrico a resistenza
Un discorso simile vale per le termopompe (che funzionano secondo il principio che è alla base dei frigoriferi), per le quali l'elettricità è solo l'energia ausiliaria necessaria a sottrarre calore all'aria ambientale, al suolo o all'acqua di falda e a concentrarlo al fine di riscaldare gli edifici. Infatti non è la termopompa a produrre il calore: essa si limita a raccogliere quello che è già disponibile nell’ambiente. Ecco perché per ogni kWh di elettricità utilizzata, una termopompa, a seconda del tipo, può fornire fino a oltre 5 kWh di energia termica. Un ulteriore vantaggio di molti sistemi a termopompa attualmente disponibili sul mercato è che la loro funzione può essere facilmente invertita: la stessa termopompa che assicura calore in inverno può così rinfrescare l’edificio nelle giornate estive. Per quel che concerne la Svizzera val la pena ricordare che la sola sostituzione di tutti i riscaldamenti elettrici a resistenza esistenti e di tutti gli scaldacqua elettrici (boiler) attuali, renderebbe disponibile una quantità di elettricità sufficiente ad azionare 1 milione di termopompe!
Ed infine ecco ancora il bilancio energetico globale del 2023 stilato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE)