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22.06.2019
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Articolo del 12 febbraio 2023
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La Svizzera ospita circa 56 000 specie conosciute, il 35% delle quali è oramai ritenuto minacciato. Inoltre quasi la metà dei circa 230 tipi di habitat recensiti in Svizzera è minacciata. La conseguente riduzione delle popolazioni ha come corollario un pericoloso calo della diversità genetica. A dirlo è l’Ufficio Federale dell’Ambiente. Tuttavia tutti noi possiamo fare qualcosa di utile per contrastare questo drammatico calo della biodiversità
Negli ultimi decenni su suolo elvetico si sono estinte almeno 163 specie di insetti e ben il 40% delle specie di insetti studiate finora nel nostro paese sono considerate specie in pericolo d’estinzione. Di tutte le specie di farfalle e di coleotteri acquatici, addirittura i due terzi sono minacciate nella loro esistenza. Ciò non è che la punta dell’iceberg. Negli scorsi 3 decenni la popolazione d’insetti s’è addirittura ridotta fino al 75%, e chi dice insetti, dice uccelli, anfibi, pesci, rettili e piccoli mammiferi, ossia tutte quelle specie che di insetti si cibano. Non deve quindi sorprendere se anche il 40% delle specie di uccelli che nidificano in Svizzera figurano oramai nella lista rossa delle specie minacciate. 8 di queste sono addirittura minacciate di estinzione a breve. La stessa cosa vale per i pesci, gli anfibi e i rettili.
La minaccia maggiore per la biodiversità proviene dall'agricoltura
L'agricoltura moderna con le sue monoculture, i suoi diserbanti, i suoi insetticidi, la sua meccanizzazione è la principale responsabile di questo crollo della biodiversità. Negli ultimi decenni gli habitat rimasti allo stato naturale sono diminuiti in modo drammatico e così, in particolare nelle zone di pianura, molte piante selvatiche autoctone che servono da cibo per gli insetti sono scomparse o faticano a sopravvivere. Dove un tempo sorgevano ricchi pascoli fioriti, volteggiavano e ronzavano miriadi di insetti, oggi vi sono solo prati muti, con al massimo una manciata di varietà di erbe, prati che vengono falciati in rapida successione e che per gli insetti equivalgono a veri e propri deserti verdi.
In molte regioni la biodiversità si rifugia in città
Non deve quindi sorprendere se molti insetti e uccelli si sentono oramai spesso più a casa in città che in campagna. “La città quale ultimo hotspot di biodiversità? In alcune regioni questa è ormai una triste realtà”, titolava lo scorso 2 gennaio la Neue Zürcher Zeitung. È dunque proprio in città, sui nostri balconi e nei nostri giardini privati, che ognuno di noi può dare un prezioso contributo alla salvaguardia della biodiversità, creando piccoli biotopi e dando più spazio alla flora autoctona. Nel Nord-Europa questo approccio è già molto popolare, qui da noi a Sud delle Alpi un po’ meno.
I principali consigli per trasformare il proprio giardino in un’oasi di biodiversità
Per creare nel proprio giardino un’oasi di biodiversità, occorre tenere presente fin dall'inizio che anche questo tipo di giardino richiede una certa cura. Se lasciassimo semplicemente crescere le piante, ci ritroveremmo ben presto con un intrico di piante dominato da poche specie vegetali, ovvero l'esatto opposto di un paradiso ricco di specie e rigoglioso di fiori. Per fare in modo che diventi un paradiso per insetti, uccelli e altri piccoli animali, bisogna far sì che vi cresca il maggior numero possibile di specie vegetali e che queste offrano nella misura del possibile cibo agli animali su tutto l’arco dell’anno. Ma vediamo quali sono le principali regole da osservare:
1 - Niente prodotti chimici. In un giardino naturale non si devono usare né fertilizzanti, né pesticidi chimici. Se è veramente necessario, si possono utilizzare fertilizzanti naturali come trucioli di corno o compost. Se il giardino è invaso da limacce o da altri parassiti, come ad esempio afidi, occorrerà avere pazienza: dopo aver smesso di spargere veleno contro questi parassiti, passeranno un paio d’anni prima che la situazione si normalizzi e si stabilisca un giusto equilibrio fra questi parassiti e i loro antagonisti. Per prendere l’esempio delle limacce, pochi sanno che uno dei principali nemici della vorace lumaca spagnola (Arion vulgaris), quella limaccia colore arancione o marrone tanto temuta dai giardinieri, è un suo stretto parente, la grande limaccia (Limax maximus), un mollusco gasteropode lungo fino a una ventina di centimetri e che si riconosce al suo manto grigio screziato di nero. Altri nemici delle limacce sono le larve delle lucciole, oppure la rana temporaria o il rospo. Se dunque non si spargono veleni, questi antagonisti possono proliferare e ridurre l’invasione della lumaca spagnola al lumicino.
2 - Prediligere piante erbacee perenni autoctone ed erbe selvatiche. Invece delle tipiche varietà di fiori da giardino con fiori doppi o pieni e che sono avare di polline e di nettare, optare per specie con fiori semplici o specie selvatiche perenni. Ciò non significa, tuttavia, escludere dal proprio giardino tutte le specie non autoctone, perché vi sono parecchie specie alloctone che forniscono molto polline e nettare e che per gli insetti hanno dunque un valore ecologico molto alto.
3 - Lasciare in giardino il legno morto. Rami e ramoscelli tagliati e le radici degli alberi non solo conferiscono al giardino selvatico un aspetto più naturale, ma rappresentano anche nascondigli ideali per i piccoli animali. Ecco perché lasciare in un angolo del giardino un mucchio di legna morta fornisce rifugio a molti animali, fra cui anche ai ricci e a molti insetti xilofagi, a condizione, tuttavia, che il mucchio resti indisturbato su tutto l’arco dell’anno.
4 - Compostare i rifiuti verdi. Il compostaggio dei rifiuti verdi del giardino, permette di riutilizzarli per fertilizzare, ammendare e rivitalizzare direttamente il suolo. La natura ci fornisce infatti un bellissimo esempio di “economia circolare”, in cui nulla va perso e tutto viene riciclato e riutilizzato. Il compost fornisce alle piante tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno e fornisce cibo a migliaia di organismi che popolano il suolo e lo rendono fertile contribuendo alla formazione dell’humus. Pochi sanno infatti che la terra sotto i nostri piedi, oltre ai lombrichi, ospita decine di migliaia di specie fungine, di batteri, e di animali microscopici. In un solo grammo di terreno sono state rivenute ben 50'000 diverse specie batteriche e non meno di 200 metri di filamenti fungini. Il peso di tutti gli organismi viventi presenti nei diversi strati di un ettaro di terreno può raggiungere le 15 tonnellate, pari al peso di circa 20 mucche. A titolo di paragone, un ettaro di prato di pianura basta appena a nutrire due mucche.
5 - Lasciare frutti sugli alberi e sugli arbusti. Lasciando in autunno qualche frutto, bacche e semi sulle piante, non solo rende il giardino invernale più decorativo, ma rappresenta pure un’importante fonte di cibo per le specie di uccelli che svernano qui da noi. Occorre quindi aspettare l’arrivo della primavera, prima di procedere alla “pulizia” del giardino.
6 - Niente terra nuda. Un giardino ecologico, che merita questo nome, è tutto ricoperto da vegetazione, proprio come lo è in natura. Anche per i siti più difficili, che siano essi molto secchi oppure ombreggiati, esistono coperture vegetali adatte che proteggono il terreno con il loro fogliame e che forniscono un habitat a molti insetti.
7 - Un prato fiorito al posto del “prato verde”. Il classico prato verde, tagliato ogni due settimane col tosaerba, non è la scelta migliore dal punto di vista ecologico, anche se sembra facile da mantenere. Al suo posto è molto più bello e utile alla biodiversità un prato fiorito ricco di tante specie diverse. Quest’ultimo è anche più facile da mantenere, perché occorre falciarlo solo due volte all’anno. Ciò non significa rinunciare completamente a una parte di prato verde calpestabile, qualora se ne sentisse veramente il bisogno.
8 - Alloggi per uccelli e altri piccoli animali. Molti uccelli, mammiferi e insetti si trovano rapidamente a loro agio in un giardino seminaturale, soprattutto se trovano siti adatti alla loro nidificazione e al letargo. Pertanto è utile installare casette-nido per gli uccelli, cosiddetti “alberghi per insetti”, uno o più mucchi di rami per i ricci e altri tipi di habitat, come mucchi di sassi o muri a secco per lucertole, oppure uno stagnetto per la riproduzione delle libellule e degli anfibi.
9 - Una siepe naturale al posto del solito lauroceraso
Le siepi di tuia, di lauroceraso o di photinia diffuse qui da noi sono magari belle da vedere, ma di scarso valore ecologico. Invece di usare una siepe dritta tagliata in squadra solo per schermare il proprio giardino da quello dei vicini, si può piantare una siepe per creare un nuovo habitat per insetti e uccelli. Per farlo vi sono a disposizione diverse varietà di arbusti autoctoni, come pure anche altri provenienti da varie regioni del globo, ma che hanno in comune il fatto di essere molto apprezzati dagli insetti e dagli uccelli, sia per i loro fiori ricchi di nettare e polline, sia per i loro frutti. Fra questi figurano in particolare il biancospino comune (Crataegus monogyna), il sambuco (Sambucus nigra), il pero corvino (Amelanchier canadensis), l’Aronia (Aronia melanocarpa), il ribes (Ribes rubrum), il corniolo (Cornus mas), il sorbo degli uccellatori (Sorbus acuparia), il prugnolo selvatico (Prunus spinosa), il ligustro (Ligustrum vulgare), il crespino (Berberis vulgaris), oppure anche le rose selvatiche, come la rosa canina (Rosa canina) o la rosa mela (Rosa villosa). Ovviamente una siepe naturale cresce in modo irregolare e non va tagliata ogni anno in linea retta come una siepe di tuia, bensì ringiovanita di tanto in tanto a partire dal quarto anno. A questo scopo, si tagliano i rami vecchi, senza danneggiare quelli giovani, assicurandosi di non generare spazi vuoti nella siepe. Ai piedi della siepe si possono inoltre seminare delle piante erbacee autoctone come la Digitalis purpurea, la Malva sylvestris e la Verbena officinalis, che sono molto apprezzate da insetti, quali i bombi e le farfalle. Occorre comunque sempre badare a scegliere varietà con fiori non ripieni, dato che producono più polline, perché i loro stami non sono stati trasformati in petali.
Un angolo naturale per il giardino
Il ronzio degli insetti, il zillare delle cavallette e il cinguettio degli uccelli ci permettono di vivere la natura anche in città. A tal fine è sufficiente un'area di pochi metri quadrati di natura selvaggia: uno scampolo di biodiversità che si adatta perfettamente a ogni giardino e a ogni orto. Può essere realizzato anche sul balcone, sulla terrazza o sul tetto. In quest’ultimo caso è però consigliabile piantare solo piante erbacee perenni, erbe aromatiche e arbusti di piccole dimensioni. Esiste infatti un'ampia gamma di piante perenni che sono apprezzate dalle farfalle e da altri insetti volanti. La salvia (Salvia officinalis), la menta (Mentha), la melissa (Melissa officinalis) e la lavanda (Lavandula angustifolia) regalano un profumo meraviglioso e ci incantano con i loro fiori bianchi o blu. Le erbe possono essere utilizzate anche per aromatizzare i cibi o per il tè. Se la menta non viene tagliata in autunno, la sua crescita eretta continuerà ad adornare l'aiuola. Anche il sedum, la borragine (Borago officinalis), la pilosella (Hieracium pilosella) e il verbasco (Verbascum) si abbinano molto bene. Per ottenere un buon risultato conviene tuttavia scegliere per l’angolo naturalistico una posizione soleggiata e fare in modo che qualcosa fiorisca o fruttifichi sull'arco di tutto l'anno.