Gli effetti deleteri della bioenergia sul clima e sulla biodiversità
24.04.2022
Notizie positive
Articolo del 01 ottobre 2021
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Nei pressi della capitale islandese Reykjavík è entrato in funzione un paio di settimane fa l’impianto di cattura e di stoccaggio di CO2 più grande al mondo. Si tratta di una serie di giganteschi ventilatori che aspirano l’aria, la surriscaldano e ne filtrano l'anidride carbonica
L'impianto funziona diversamente dalle tecnologie di cattura del carbonio già messe in atto in una ventina di centrali elettriche, acciaierie e impianti industriali. Queste raccolgono infatti il carbonio prodotto nel corso di un processo di produzione prima che entri nell'aria, per poi convertirlo in altri materiali come il cemento o immagazzinarlo sottoterra.
Nell’impianto di Reykjavík, invece, il CO2 viene filtrato direttamente dall’atmosfera. Dopo essere stato separato dal resto dell’aria, il CO2 viene diluito in acqua e poi questo miscuglio viene pompato nel sottosuolo a profondita da 800 a 2000 metri, dove il CO2 si diffonde nelle rocce e nel corso un paio d’anni avviene un processo naturale di mineralizzazione che intrappola il carbonio nella roccia pietrificandolo. Si tratta di una tecnologia sviluppata dalla società svizzera Climeworks e che è stata finora utilizzata soltanto su piccola scala in veicoli spaziali e sottomarini.
La costruzione di questo impianto di cattura e stoccaggio del carbonio, che porta il nome di ORCA e che è alimentato in energia da una vicina centrale geotermica, è durata poco più di 18 mesi. Esso permette di estrarre dall’atmosfera 4’000 tonnellate di anidride carbonica all'anno.
Stando all'ultimo rapporto dell’IPCC, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, se vogliamo evitare la catastrofe climatica, la cattura e lo stoccaggio del carbonio in eccesso sarà un elemento indispensabile, anche nel caso dovesse verificarsi lo scenario climatico più blando. Si tratta tuttavia di un sistema estremamente caro. Infatti il costo per la cattura del CO2 ammonta attualmente a 400 Euro per una sola tonnellata.
L'impianto inaugurato in Islanda è in grado di eliminare dall’atmosfera solo una frazione infima delle nostre emissioni di CO2, per l’esattezza in un intero anno soltanto l’equivalente di 3 secondi delle nostre emissioni globali di CO2, in altri termini un decimilionesimo delle emissioni annuali dell’intera umanità. A dirlo è l’americano Peter Kalmus, un rinomato climatologo che lavora per il NASA Jet Propulsion Laboratory, per il California Institute of Technology e per la University of California.
Per catturare e stoccare in questo modo le emissioni di CO2 prodotte da noi svizzeri dovremmo spendere oltre 44 miliardi di franchi all’anno
Se volessimo eliminare in questo modo anche solo le emissioni di CO2 di noi Svizzeri, quelle dirette e quelle indirette, ossia anche quelle dovute alle nostre importazioni, ciò costerebbe la somma fenomenale di 40 miliardi e 800 milioni di Euro all’anno. La Svizzera conta infatti poco più di 8.5 milioni di abitanti i cui consumi generano in media 12 tonnellate di emissioni CO2 a testa all’anno, il che equivale a un totale di 102 milioni di tonnellate di CO2. A 400 Euro a tonnellata ciò equivale a un costo di 40 miliardi e 800 milioni di Euro (oltre 44 miliardi di Franchi svizzeri). A titolo di paragone le spese della Confederazione Svizzera si aggireranno quest’anno attorno agli 82 miliardi di Franchi.
Se poi volessimo eliminare allo stesso modo le emissioni di CO2 prodotte a livello globale, arriveremmo alla strabiliante spesa di quasi 17'000 miliardi di Euro all’anno. Come si può facilmente intuire la cattura e lo stoccaggio del CO2 può essere una soluzione solo per quei processi industriali in cui una decarbonizzazione totale è impossibile e non è certo una soluzione per quel che concerne la produzione di energia, tanto più che gli impianti per la cattura e lo stoccaggio di CO2 sono essi stessi energivori e non tutti i paesi hanno a disposizione energia geotermica a gogo e a buon mercato come la fortunata Islanda. La via maestra per ridurre le nostre emissioni di CO2 rimane dunque l’eliminazione completa delle energie fossili dalla nostra vita quotidiana, ossia l’elettrificazione completa dei trasporti e la sostituzione dei riscaldamenti a nafta e a gas con pompe a calore, e per far questo occorre incrementare in modo massiccio la costruzione di impianti fotovoltaici ed eolici. La cattura e lo stoccaggio del CO2 si limiteranno dunque essenzialmente ad essere dei sistemi di supporto per permetterci di raggiungere la neutralità climatica