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Il fotovoltaico è cresciuto del 2’500% nell’ultimo decennio

Articolo del 26 settembre 2019

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Secondo una ricerca effettuata dall’agenzia Bloomberg, nel decennio che va dal 2010 al 2019 sono stati investiti nelle energie rinnovabili un totale di 2’600 miliardi di dollari. In questo lasso di tempo la sola capacità produttiva del fotovoltaico è passata da 25 a 663 gigawatt 

La produzione di energia elettrica sta dunque diventando sempre più verde, anche se, malgrado questi massicci investimenti, la parte delle rinnovabili (grandi impianti idroelettrici esclusi) nella produzione globale di elettricità rappresenta tutt’oggi ancora meno del 15% del totale.

Entro il 2025 gli investimenti nelle rinnovabili saranno il triplo di quelli nelle fossili

Più che ad una volontà esplicita dei governi, questo boom di investimenti nel solare e nell’eolico è dovuto all’impressionante calo dei costi d’investimento nelle rinnovabili. Per il fotovoltaico il calo è stato addirittura di quasi il 90% negli ultimi 10 anni e nell’eolico di quasi il 70%. Ciò ha reso l’energia elettrica prodotta col fotovoltaico e coll’eolico più competitiva rispetto a quella prodotta con le centrali a carbone, petrolio e gas. Non deve dunque sorprendere se gli analisti prevedono entro i prossimi cinque anni nuovi investimenti nell’eolico, nel fotovoltaico e nell’idroelettrico dell’ordine di oltre 320 miliardi di dollari, mentre quelli in impianti tradizionali alimentati con combustibili fossili dovrebbero fermarsi a poco più di 100 miliardi.  

Il carbone non è più competitivo

Secondo Carbon Tracker, un’organizzazione di esperti in campo finanziario, energetico e legale basata a Londra, già oggi il 42% delle centrali elettriche a carbone sparse per il mondo non sono più redditizie a causa dell’alto prezzo del combustibile (vento e sole sono infatti gratuiti). Ecco perché negli ultimi cinque anni i paesi del G20 hanno triplicato le sovvenzioni alle centrali a carbone (Fonte: Overseas Development Institute) e questo nonostante le dichiarazioni rese in pubblico da questi stessi governi sulla necessità di ridurne le emissioni di CO2. Se si lasciassero funzionare esclusivamente le leggi di mercato, entro il 2030 sarà addirittura più conveniente smantellare il 96% delle attuali centrali a carbone e costruire al loro posto dei parchi eolici e fotovoltaici, piuttosto che spendere per continuare a mantenerle in funzione. Se ad esempio gli Stati Uniti decidessero di chiudere tutte le loro centrali a carbone, potrebbero risparmiare ben 78 miliardi di dollari. Secondo Ingrid Andersen, direttrice dell’UNEP (Programma dell’ONU per l'ambiente), investire oggi nelle energie rinnovabili, non solo rappresenta un investimento in un futuro sostenibile, ma fa anche risparmiare.

Il campione del mondo degli investimenti nelle rinnovabili è la Cina

Quasi un terzo dei 2'600 miliardi investiti nelle rinnovabili nell’ultimo decennio (mancano ancora i dati del 2° semestre del 2019) sono opera della Cina e ciò nonostante il fatto che i 1,4 miliardi di cinesi rappresentino soltanto il 18% della popolazione mondiale. La Cina ha infatti lanciato un ambizioso piano per ridurre le sue emissioni di inquinanti, ad esempio elettrificando il trasporto pubblico su gomma, vietando l’uso del carbone nelle grandi metropoli e costruendo grandi parchi fotovoltaici ed eolici. Alla fine del 2018 la potenza delle rinnovabili istallate in Cina ammontava a 728 gigawatt, il 12% in più dell’anno precedente, il che rappresentava il 38% della capacità di produzione di elettricità istallata in Cina. Ma il potenziamento della capacità produttiva delle rinnovabili non procede neanche in Cina senza qualche intoppo. Proprio di questi giorni è la notizia diffusa dall’agenzia Reuters, che il parlamento cinese ha deciso di inviare delle squadre di ispettori nelle province, per assicurarsi che le autorità locali diano la precedenza agli investimenti nelle energie rinnovabili. Alcune regioni erano state in precedenza criticate per aver sprecato un grande potenziale energia rinnovabile, sia avendo trascurato il potenziamento delle reti di distribuzione dell’elettricità, sia continuando a dare la priorità alle fonti convenzionali di energia come carbone e gas. Senza un allacciamento adeguato alla rete di distribuzione, molta elettricità rinnovabile viene infatti persa, cosa che è successa nelle province di Gansu, Xinjiang e Tibet. In quest’ultima provincia è addirittura andato perso un quarto dell’energia fotovoltaica prodotta.