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Importante passo in avanti in Svizzera per la tassa sul CO2 per i biglietti aerei

Articolo del 20 settembre 2019

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Il Consiglio Nazionale ha accolto con 112 voti contro 61 e 10 astenuti, una mozione di Jürg Grossen dei Verdi Liberali bernesi volta a introdurre una tassa sui biglietti aerei per lottare contro il riscaldamento climatico. La Commissione dell'ambiente del Consiglio degli Stati ha già proposto di integrare questo balzello nella revisione della legge sul CO2.

Va detto che nemmeno un anno fa, nel dicembre 2018, il parlamento federale aveva bocciato una proposta analoga, ma da allora di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti: il movimento di Fridays for Future ha acquistato una forza all'epoca insospettata e il Partito Liberale Radicale, che era contrario ad una politica efficace contro le emissioni di CO2, ha subito sconfitte elettorali e si è visto costretto a fare ammenda. 

Nel suo intervento alla camera bassa, Jürg Grossen si è detto preoccupato del ritardo accumulato dalla Svizzera in materia di protezione del clima. Infatti nel nostro paese negli ultimi anni le emissioni di CO2 prodotte dal traffico non sono affatto diminuite e quelle dovute al trasporto aereo sono addirittura aumentate in modo massiccio. Grossen ha dunque chiesto di introdurre sui biglietti aerei una tassa, un tributo o una tassa d'incentivazione calcolata in funzione dell'impatto di ciascun volo sul clima. È infatti utile ricordare che, stando all'International Council on Clean Transportation, a livello internazionale le emissioni di CO2 dovute all'aviazione civile sono cresciute in soli 5 anni (2013-2018) del 32%, ossia del 70% più rapidamente di quanto era stato previsto dagli specialisti. 

L'unico modo per diminuire le emissioni di CO2 è disincentivare tutti i propellenti e combustibili fossili.

Un esempio di politica di disincentivazione delle fossili che ha funzionato bene è la tassa sui combustibili fossili (olio da riscaldamento e gas) introdotta dalla Svizzera nel 2008.  Questa tassa fa lievitare i prezzi, creando un incentivo a ridurre il consumo di combustibili fossili e a impiegare maggiormente agenti energetici senza emissioni o a basse emissioni di CO2. È tuttavia importante che tale tassa non vada a scapito delle persone meno abbienti. In altri termini i proventi della tassa sul CO2 non devono semplicemente andare a rimpolpare le casse dello stato, ma devono essere restituiti almeno parzialmente alla popolazione, proprio come si fa con la tassa svizzera sull'olio da riscaldamento, il cui provento serve a calmierare i premi delle casse malati e a sovvenzionare le misure di risparmio energetico degli immobili (sovvenzioni all'istallazione di termopompe e per munire le case di un cappotto termico). Questo sovvenzioni non hanno solo l'effetto di diminuire le emissioni di CO2, ma hanno anche l'effetto benefico di ridurre i costi di riscaldamento, tutto a favore degli inquilini. 

Va infine ricordato che nel nostro paese l'aviazione civile godeva finora di uno statuto privilegiato, infatti sui voli internazionali le compagnie aeree non versano imposte su oli minerali e cherosene, e i passeggeri non pagano nemmeno l'IVA sui biglietti aerei. Ecco perché, ad esempio, un volo low-cost per Barcellona può arrivare a costare soltanto 35 franchi.