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Luglio, con +1,2°C il mese più caldo di sempre

Articolo del 04 agosto 2019

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Con temperature che hanno oltrepassato i 20°C, nel giro dello scorso mese di luglio i ghiacciai della Groenlandia hanno perso quasi 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio, il che corrisponde all’acqua contenuta in 1'280 miliardi delle nostre comuni vasche da bagno

In materia di riscaldamento climatico in queste ultime settimane i primati sono caduti come birilli. Nella sola giornata di martedì 30 luglio la Groenlandia ha perso 12,5 miliardi di tonnellate di ghiaccio, in altri termini s’è riversata in mare una quantità di acqua pari al contenuto di 5 milioni di piscine olimpioniche (una piscina olimpionica contiene 2'500 tonnellate o m3 di acqua, ossia l’equivalente di 16'000 vasche da bagno). Il record precedente datava del 2012, quando si sciolsero in un sol giorno 10 miliardi di tonnellate di ghiaccio. L’ondata di calore estremo che ha messo in ginocchio l’Europa nel mese di luglio s’è infatti spostata nelle regioni artiche, dove le temperature hanno superato di 10-15 gradi quelle normali di stagione, causando vasti incendi e, appunto, uno scioglimento di ghiacciai senza precedenti.

I ghiacciai della Groenlandia si stanno liquefacendo 4 volte più in fretta del previsto

Con una superficie di oltre due milioni di km2, la Groenlandia è la più grande isola del pianeta. Essa è ricoperta per il 90% da ghiacciai spessi fino a 3'400 metri. Se tutto questo ghiaccio dovesse sciogliersi, il livello degli oceani aumenterebbe di circa 7 metri. In questi ultimi decenni la fusione dei ghiacciai della Groenlandia s’è accelerata in modo drammatico, passando da una media di 34 miliardi di tonnellate all'anno nell’ultimo decennio del secolo scorso a una media di 280 miliardi di tonnellate fra il 2002 e il 2016, mentre quest’anno si potrebbero addirittura superare i 450 miliardi di tonnellate. Lo scorso mese di gennaio, uno studio pubblicato dalla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States) aveva rilevato che i ghiacciai della Groenlandia stanno oramai fondendo a un ritmo 4 volte superiore a quanto previsto dai climatologi. I ghiacciai non solo fondono in superficie a contatto con l’aria calda, ma l’acqua di fusione s’infiltra nei crepacci rendendo più scivoloso il loro fondale e facendoli scorrere sempre più rapidamente verso il mare. Il celebre ghiacciaio di Jakobshavn, quello dal quale si staccò nel 1912 l’iceberg che fece affondare il Titanic, scivola ad esempio oramai nel mare alla velocità fenomenale di 46 metri al giorno.

Secondo gli esperti del PNAS, 200 milioni di persone arrischiano di essere sloggiate dall’innalzamento del livello dei mari entro i prossimi 80 anni

Una evoluzione analoga la si sta osservando anche al Polo Sud. Se la fusione dei ghiacciai dell’Artico e dell’Antartico dovesse continuare a crescere al ritmo attuale, un aumento del livello dei mari fra 60 e 180 cm entro i prossimi 80 anni è garantito, con le catastrofiche conseguenze sulle zone costiere di tutti i continenti che ci si può immaginare. A titolo d’esempio il 40% della popolazione degli Stati Uniti vive in località situate lungo le coste e già oggi molti edifici situati in prossimità delle spiagge, in particolare in Florida, sono minacciati dalle frequenti incursioni del mare. La settimana scorsa gli specialisti del gruppo di ricerca Climate Central hanno pubblicato uno studio sulle comunità costiere degli USA, notando che nel solo ultimo decennio sono state costruite incautamente ben 20'000 abitazioni in zone che sono a rischio inondazione entro il 2050. Secondo Eric Holthaus, meteorologo ed ex editorialista del Wall Street Journal, fra poco potremmo entrare in un’era in cui non saranno più solo le decisioni della Federal Reserve ad avere un grande impatto sui mercati globali, ma anche la fusione dei ghiacciai della Groenlandia, che metterà sott’acqua un sacco di proprietà immobiliari. Non è dunque un caso se l’agenzia di rating Moody’s ha comperato appena la scorsa settimana una ditta specializzata nella valutazione del rischio climatico.