Microplastiche anche nell’aria che respiriamo
18.08.2019
Notizie positive
Articolo del 22 giugno 2019
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Boom delle auto elettriche, le banche che s’impegnano per un trasporto marittimo green, numerosi paesi che vietano la plastica monouso e infine la scoperta di un nuovo felino in Corsica. Ecco 4 notizie positive per portare un po' di speranza nella valanga di notizie negative sul il clima
Mentre le vendite di automobili con motorizzazione a propellenti fossili ristagnano o sono addirittura in calo, quelle elettriche registrano un vero boom
Lo scorso mese di maggio si sono registrati un po' ovunque dei nuovi primati nelle vendite di auto elettriche. Nei Paesi Bassi ne sono state vendute 193% in più dell’anno precedente raggiungendo una quota di mercato del 7,3%
Anche il mercato dell’auto elettrica tedesco s’è dato una scossa con la vendita lo scorso mese di maggio di quasi 8'000 veicoli, in crescita del 65% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In Germania le auto elettriche rappresentano ancora una quota di mercato piuttosto bassa, con solo il 2,4%. Essa è tuttavia in rapida ascesa. Le aspettative dei clienti sono infatti enormi, come lo dimostra la prevendita della VW ID3, la prima macchina elettrica del colosso tedesco, il quale ha visto andare in tilt il suo sito per le ordinazioni dopo che in meno di 24 ore ne erano state depositate oltre 10'000. Ora le ordinazioni sono già oltre quota 20'000 e ciò per un’automobile che sarà presentata solo al salone dell’automobile di Francoforte del prossimo mese di settembre.
Anche Hyundai ha registrato lo scorso mese di maggio un primato. Infatti rispetto allo stesso mese dello scorso anno le vendite dei modelli elettrici del costruttore sudcoreano sono aumentate del 174% e rappresentano oramai il 4.3% delle vendite di Hyundai, che quest’anno ha già consegnato ai suoi clienti oltre 30'000 auto elettriche.
La francese Renault ha dal canto suo consegnato in maggio 5,000 auto elettriche ai suoi clienti, con una crescita del 58% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le auto elettriche rappresentano oramai il 2.5% delle auto vendute dal colosso francese a livello globale e il 4,2% di quelle vendute in Europa.
Per quel che concerne la Svizzera non disponiamo ancora delle cifre del mese di maggio, ma sappiamo che nel mese di marzo le vendite di auto elettriche sono state 2'162, la metà delle quali delle Tesla, con le elettriche al 7,5% di parti di mercato.
Il campione dell’auto elettrica rimane tuttavia la Norvegia, dove la quota di mercato delle elettriche è oramai quasi al 60%. Nel paese scandinavo in maggio ne sono state vendute per l’esattezza 4,655 con una crescita del 59.9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Complessivamente nel 1° trimestre 2019 in Europa sono state vendute oltre 125’000 auto elettriche, il 31% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La vendita di elettriche rappresenta oramai più del 3,5% del mercato europeo dell’auto. Probabilmente le cifre sarebbero ancora più rosee se non fosse per le lunghe liste d’attesa, causate dalla difficoltà dei costruttori di stare al passo con la domanda.
Le banche intendono costringere le compagnie di trasporto marittimo a una navigazione più “green”
Il trasporto marittimo, un settore che, ricordiamolo, gestisce oltre 70'000 mercantili, è responsabile del 2,2% delle emissioni globali di CO2. L’Organizzazione Marittima Internazionale dell’ONU ha fissato per questo settore l’obiettivo di ridurre emissioni almeno del 50% entro il 2050.
Ora 11 banche internazionali, ossia Citigroup, Société Generale, DNB, ABN Amro, Amsterdam Trade Bank, Credit Agricole CIB, Danish Ship Finance, Danske Bank, DVB, ING e Nordea, che con prestiti di complessivamente 100 miliardi di dollari finanziano circa un quinto del trasporto marittimo globale, hanno deciso di aderire agli obiettivi dell’Organizzazione Marittima Mondiale e di inserire nel loro catalogo di criteri per la concessione di crediti alle compagnie di trasporto marittimo anche la questione della sostenibilità climatica. In futuro queste banche saranno dunque molto più selettive nella concessione di crediti ai trasportatori marittimi. Secondo Oivind Haraldsen della Danske Bank, “noi tutti dobbiamo darci una mossa, ma noi banche abbiamo probabilmente più potere di quanto ne siamo consapevoli”. Va notato che è la prima volta che un gruppo di banche attive a livello mondiale integra collettivamente nella sua politica di concessione dei crediti una strategia per contrastare il surriscaldamento climatico.
Altri due stati USA vietano la plastica monouso
I governatori del Maine e del Vermont hanno firmato lunedì scorso nei loro rispettivi stati delle leggi che vietano le plastiche monouso, portando a 5 il numero di stati USA in cui è in vigore tale divieto. Anche lo stato australiano di Victoria ha messo in vigore una legge che vieterà a partire da novembre a tutti i commerci di consegnare ai loro clienti sacchetti di plastica. La nuova disposizione non vale solo per i supermercati, ma anche per le boutiques di moda, i fast-food, i piccoli negozi di alimentari e le stazioni di servizio. Woolworths, il gigante australiano della distribuzione che aveva introdotto tale divieto già l’anno scorso di sua spontanea volontà, ha dichiarato che in un solo anno ha risparmiato ben tre miliardi di buste di plastica, per un totale di 4'700 tonnellate di questo materiale sintetico. I paesi che hanno vietato le buste di plastica sono oramai una sessantina, fra i quali figurano giganti come la Cina, l’India e l’Indonesia, 23 paesi africani, ma anche 14 europei, e cioè Polonia, Slovenia, Olanda, Moldavia, Malta, Lettonia, Lituania, Italia, Grecia, Georgia, Estonia, Danimarca, Albania e Francia. La Svizzera, dal canto suo, ha fatto finora orecchio da mercante.
E infine una notizia positiva sulla biodiversità: scoperta in Corsica una nuova specie di felini.
I pastori corsi lo chiamano “ghjattuvolpe”, il gatto-volpe, ed era finora una creatura mitologica che da generazioni popolava i loro racconti e secondo i quali l’animale era il terrore delle loro greggi. Fino a qualche anno fa questo animale era tuttavia rimasto un esclusivo abitante delle leggende pastorali. Le cose sono cambiate nel 2008, quando uno di questi elusivi felini è rimasto intrappolato per una notte in un pollaio. Nel 2012 sono iniziate le prime ricerche sistematiche con trappole olfattive e nel 2016 ne è stato catturato un primo esemplare. Da allora ne sono stati catturati altri 15, dodici dei quali sono stati rimessi in libertà muniti di radiocollari. Si tratta di gatti selvatici di notevoli dimensioni, misurano fino a 90 cm di lunghezza dalla testa alla coda, mentre il gatto domestico arriva al massimo a 76 cm, hanno un foltissimo pelame tigrato bruno-rossiccio, diversi anelli neri sulla coda e dei canini estremamente pronunciati.
Secondo Pierre Bendetti, capo della ricerca dell’Office national de la chasse et de la faune sauvage, si tratta della scoperta straordinaria di una specie finora sconosciuta alla scienza. Infatti analisi del DNA di questi animali ha dimostrato che il “ghjattuvolpe” non è imparentato col gatto selvatico europeo (Felix silvestris silvestris), ma che è geneticamente più vicino al gatto selvatico africano (Felix silverstris lybica), specie separatasi dalle altre specie di gatti selvatici oltre 130'000 anni fa. Come ci sia arrivato in Corsica rimane comunque un mistero. Bello è comunque scoprire che, anche nella nostra vecchia Europa di cui pensiamo di sapere tutto, si possono ancora scovare nuove specie di mammiferi.