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“Si dichiari lo stato d’emergenza climatica in Ticino”

Articolo del 26 aprile 2019

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I giovani del movimento “sciopero per il clima” hanno protestato sotto la pioggia con un sit-in di 96 ore davanti al palazzo del governo cantonale ticinese a Bellinzona 

Sono stati 35 i giovani che, durante le loro vacanze pasquali e a turni di 5, hanno presidiato per 96 ore consecutive al freddo e sotto la pioggia il palazzo governativo a Bellinzona. Il "sit-in", nota bene senza sedie e senza cartelli (la legge lo vieta espressamente), aveva come obiettivo di invitare il Consiglio di Stato eletto lo scorso 7 aprile a mettere in primo piano nelle sue decisioni le problematiche ambientali. La durata del sit-in non è stata scelta a caso: le 96 ore, simboleggiano le 96’360 ore che ci separano dal punto di non ritorno fissato al 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C.

Nell’ambito di quest’azione, i giovani hanno fatto consegnare ogni giorno una lettera a uno dei cinque membri del governo cantonale. Si è inteso in tal modo rendere attento l’esecutivo al ruolo decisivo che esso gioca nel varare i provvedimenti necessari a combattere in modo efficace il riscaldamento climatico. Quella che è stata definita la “Rebellion Week”, è stata lanciata dal Coordinamento Cantonale del movimento “Sciopero per il clima” (Strike 4 Climate) per incoraggiare il governo e il parlamento cantonale ad attivarsi nella lotta al cambiamento climatico ed è terminata venerdì mattina con la consegna dell’ultima delle 5 lettere indirizzate agli altrettanti Consiglieri di Stato, quella destinata a Norman Gobbi, capo del Dipartimento delle Istituzioni (DI). Tuttavia, dei 5 ministri solo Raffaele De Rosa (PPD) ha incontrato personalmente i ragazzi. Manuele Bertoli (PS), che era in vacanza, ha mandato a incontrarli il suo assistente, mentre Claudio Zali (Lega), Norman Gobbi (Lega) e Christian Vitta (PLR) non si sono fatti vivi, nemmeno per un saluto.

Lunedì 22 aprile

La prima lettera è stata consegnata lunedì a Claudio Zali, Direttore del Dipartimento del Territorio (DT).

Partendo dalle cifre legate alla motorizzazione del cantone (il quarto più motorizzato della Svizzera), il coordinamento cantonale ha sollecitato la Sezione della mobilità ad adoperarsi per una serie di miglioramenti in diversi ambiti, fra cui: il trasferimento del traffico merci su rotaia, l’incentivazione del trasporto pubblico e la gratuità dei mezzi di trasporto pubblici per i giovani in formazione (richiesta contenuta nella petizione al Gran Consiglio firmata da oltre 4’300 persone).

Nella lettera si chiede poi l’aumento delle postazioni di ‘bike sharing’ e l’unificazione dei loro abbonamenti, un aumento delle piste ciclabili, l’estensione delle aree ‘Park&Ride’, la riduzione dei posteggi nei centri urbani e la pedonalizzazione degli stessi. Quanto all’efficienza energetica delle abitazioni, si domanda fra l’altro al governo di garantire sussidi sempre maggiori a chi installa impianti per il risparmio di energia, come ad esempio termopompe, e per coloro che producono energia rinnovabile, ad esempio con pannelli fotovoltaici.

Per quel che concerne la plastica, si chiede al governo di intervenire per limitarne l’uso smodato in particolare negli imballaggi del settore alimentare, favorendo gli imballaggi biodegradabili e di intervenire per vietare la vendita e l’utilizzo di prodotti in plastica monouso, come bottiglie, sacchetti, posate, bicchieri, ecc. (la lettera integrale a Zali si trova in calce)

Martedì 23 aprile

La seconda lettera è stata consegnata martedì a Manuele Bertoli, il direttore del Dipartimento dell'Educazione, della Cultura e dello Sport (DECS).

Nella missiva si chiede di intervenire sui piani di studio di tutti gli ordini scolastici, introducendo l’educazione ambientale e climatica. In collaborazione con il Dipartimento del Territorio, si chiede poi al DECS di promuovere un tragitto casa-scuola più ecologico, un provvedimento che deve passare da più vie ciclabili, da progetti Pedibus potenziati, o ancora dalla gratuità dell’abbonamento Arcobaleno per tutti i giovani in formazione.

Si chiede inoltre al dipartimento di intervenire nell’edilizia scolastica con lo scopo di rendere più efficienti gli edifici da un punto di vista energetico, per esempio tramite l’istallazione pannelli fotovoltaici, e nelle mense, affinché venga privilegiato l’uso di prodotti locali e di menù sostenibili da un profilo ambientale e climatico e per ridurre la produzione di rifiuti, tutti principi, questi, enunciati anche nella petizione “Ticino: fai la tua parte per salvare il clima”, che ha raccolto oltre 4.300 firme. (la lettera integrale a Bertoli si trova in calce)

Mercoledì 24 aprile

La terza lettera è stata consegnata mercoledì a Christian Vitta, capo del Dipartimento delle Finanze e dell'Economia (DFE)

Nella missiva si invita tra l’altro il suo dipartimento a portare nella rete di approvvigionamento dell’Azienda Elettrica Ticinese la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili al 100% e a sostenere i produttori locali di energie rinnovabili tramite l’introduzione di un fondo d’investimenti. Si chiede poi al dipartimento di preparare un piano di riduzione dei consumi energetici, ad esempio diminuendo l’illuminazione stradale a tarda notte, di incentivare le aziende operanti sul territorio ticinese a minimizzare il loro impatto ambientale e a favorire l’insediamento nel nostro cantone di attività produttive rispettose dell’ambiente, disincentivando nel contempo quelle con un forte impatto ambientale e di favorire la produzione e la vendita di prodotti locali e limitando l’acquisto di prodotti oltre confine. Non mancano poi proposte per il settore bancario, al quale si chiede di penalizzare gli investimenti ad alto impatto ambientale, come ad esempio quelli nel settore dei combustibili fossili. (in calce il testo integrale della lettera)

 

Giovedì 25 aprile

La quarta lettera è stata consegnata giovedì a Raffaele De Rosa, il nuovo capo del Dipartimento della Sanità e della Socialità (DSS)

Nella missiva si chiede al ministro di impegnarsi affinché venga messa in primo piano l’efficienza energetica sia nella ristrutturazione degli stabili esistenti, sia nella costruzione di nuove infrastrutture, ad esempio tramite l'installazione sistematica di impianti fotovoltaici. Si chiede poi di ridurre al minimo la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare, di utilizzare nelle mense soprattutto prodotti locali e di ridurre il consumo di carne. Si chiede inoltre di dare la preferenza all’uso di materiali riutilizzabili ed ecosostenibili, ad esempio sostituendo le bottigliette in PET fornite ai pazienti e ai dipendenti di ospedali e case anziani con bottiglie in vetro, o utilizzando esclusivamente apparecchi elettronici a basso impatto ambientale e carta riciclata per la stampa dei documenti. E infine si chiede al ministro di indurre anche le associazioni e gli enti finanziati totalmente o in parte dal DSS a diminuire le emissioni da loro provocate, tramite dei contratti di prestazione contenenti precise clausole come ad esempio l’obbligo di eseguire la raccolta differenziata dei rifiuti. (testo integrale della missiva in calce)

 

Venerdì 26 aprile

La quinta e ultima lettera è stata consegnata venerdì mattina a Norman Gobbi, il capo del Dipartimento delle Istituzioni (DI)

Nella lettera inviata a Gobbi, i giovani che hanno inscenato la Rebellion Week chiedono che i reati ambientali e le relative pene previste siano chiare e ben definite. Per questo auspicano pure un aumento dell’organico delle sezioni che si occupano di questo tipo di reati in seno alla magistratura. In secondo luogo chiedono l’introduzione di un ispettorato giudiziario, o di una speciale task force della polizia, che abbia lo scopo di sorvegliare il rispetto delle regole ambientali in ambito industriale e aziendale, ad esempio, tramite il monitoraggio dello smaltimento dei rifiuti.

Stato di emergenza climatica

In tutte le 5 lettere ai Consiglieri di Stato si chiede poi al governo e al parlamento cantonale di dichiarare subito lo  “stato di emergenza climatica in Ticino”, perché l’emergenza è reale ed è importante che lo stato lo riconosca ufficialmente e che agisca di conseguenza. Richieste analoghe sono già state lanciate in vari altri cantoni e città del nostro paese. Lo scorso 20 febbraio gli studenti svizzeri hanno già ottenuto una prima vittoria, infatti quel giorno il parlamento cantonale di Basilea-Città ha accolto una risoluzione che riconosce la limitazione del cambiamento climatico come una priorità assoluta. Sull'esempio renano, anche in altri cantoni e città della Svizzera, tra cui Ginevra, Zurigo, Berna, San Gallo, Lucerna e Zugo, sono state presentate delle richieste analoghe per dichiarare lo stato di emergenza climatica. 

Per Rudi Alves, membro del coordinamento cantonale ticinese di “Sciopero per il clima”, l'obiettivo principale del sit-in è comunque sin d'ora stato raggiunto: «il nostro sforzo di rimanere qui giorno e notte è valso la pena. Siamo riusciti a consegnare le nostre lettere. Ora aspettiamo che il governo si rimbocchi le maniche e traduca il loro contenuto in messaggi all'attenzione del Gran Consiglio»

A conclusione della Rebellion Week ha preso brevemente la parola anche il climatologo e glaciologo Giovanni Kappenberger, che ha ricordato che l'aumento della temperatura va di pari passo con l’aumento del CO2 e che la temperatura continuerà a salire se non si fa nulla per fermare le emissioni di CO2., aggiungendo che il cambiamento climatico è già in già atto e che i suoi effetti sono impressionanti. Per Kappenberger questi giovani che s’impegnano per il clima ci danno una grande lezione di etica e sono un esempio per tutti, al contrario del Presidente della Confederazione e ministro svizzero delle finanze Ueli Maurer, che pochi giorni fa ha rifiutato di apporre la propria firma alla coalizione per il clima firmata dai ministri delle finanze di 22 paesi, fra cui quelli di Gran Bretagna, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. “Lui è un irresponsabile, voi invece ci state dando una grande lezione di etica”, ha concluso Kappenberger.

 

Ecco le versioni integrali delle 5 lettere consegnate al Consiglio di Stato ticinese

1a lettera a Claudio Zali, capo del Dipartimento del Territorio (DT)

Onorevole signor Consigliere di Stato,

con la presente vorremmo richiamare l’attenzione del Dipartimento del territorio della Repubblica e Cantone Ticino sulle questioni e i problemi inerenti alla crisi climatica e incoraggiare rapidi provvedimenti e soluzioni per questi ultimi portando anche il governo a una maggiore responsabilità e sensibilità per il futuro.

Nel 2018 il Ticino è stato il quarto cantone più motorizzato della Svizzera con 635 automobili ogni 1000 abitanti, senza contare quelle con targhe italiane (dopo Zugo (678) e Vallese e Svitto (645) ) e ciò si collega a un massiccio contributo del cantone nelle emissioni di gas ad effetto serra, e quindi nel surriscaldamento globale e nei cambiamenti climatici. Per questo motivo insistiamo perché il Dipartimento del territorio e in particolare la Sezione della mobilità ponga come sua prima priorità un miglioramento nei seguenti ambiti.

Riteniamo anzitutto fondamentale che venga massimizzato il trasferimento del traffico merci su rotaia in modo da ridurre il numero di veicoli pesanti che transitano sul territorio. Inoltre insistiamo perché venga incentivato l’utilizzo dei mezzi pubblici attraverso la riduzione del prezzo dei biglietti, arrivando alla gratuità per i giovani in formazione, come enunciato dalla petizione “Ticino: fai la tua parte per salvare il clima”, corroborata da più di 4300 firme. La rete dei trasporti pubblici dovrebbe poi coprire con più efficacia l’intero territorio (Lugano per esempio ha una concentrazione di fermate per il trasporto pubblico molto bassa rispetto alle altre città svizzere: meno di 4 fermate/km2 ).

Per quanto riguarda il bike-sharing chiediamo che si incoraggi l’unificazione degli abbonamenti delle reti, aumentando anche il numero delle postazioni e delle vie ciclabili (seguendo il modello di alcune città oltralpe) e diminuendone il prezzo con l’obiettivo della gratuità.

Infine riteniamo importante l’estensione delle aree park&ride e la riduzione dei parcheggi cittadini accompagnata dalla pedonalizzazione dei centri urbani. Il settore che segue quello della mobilità in termini di responsabilità per le emissioni di gas serra è quello delle abitazioni, che utilizzano ancora in modo troppo intenso i combustibili fossili per generare calore, emettendo grandi quantità di CO2 che aggravano i cambiamenti climatici. Per questo motivo chiediamo che il Dipartimento e in particolare la Divisione delle costruzioni e quella dell'ambiente portino rapidi miglioramenti per diminuire le emissioni causate dalle infrastrutture pubbliche e private. Sollecitiamo il Governo a promuovere le abitazioni ecosostenibili garantendo dei sussidi sempre maggiori a chi installa fonti di energia rinnovabile o soluzioni ecosostenibili, come pannelli fotovoltaici e pompe termiche. Contemporaneamente lo invitiamo a prediligere la modernizzazione ed il restauro alla demolizione di vecchi edifici rendendoli nuovamente abitabili ed ecosostenibili. Infine sosteniamo che l’impiego del legno svizzero nell’edilizia debba essere incentivato. Il problema dell'inquinamento e delle emissioni causate dal trasporto di merci e prodotti non locali riguarda e colpisce il mondo intero così come quello dell'utilizzo smodato della plastica nel settore alimentare e commerciale.

Anche il Ticino, vista la sua situazione economica favorevole, dovrebbe cercare di ridurre al minimo il suo impatto, diventando un cantone responsabile. Chiediamo alla Divisione dell'ambiente e alla Sezione della protezione dell'aria, dell'acqua e del suolo di intervenire in modo deciso su questa problematica.

Precisamente vorremmo che venga stimolata la riduzione degli imballaggi nei prodotti alimentari e che vengano trovate valide alternative alla plastica, come imballaggi biodegradabili che rispettino le norme igieniche.

È essenziale anche l’impegno nella limitazione dell’acquisto di prodotti alimentari e di altro genere dall’estero (soprattutto dai paesi lontani) favorendo la produzione locale ed assistendo gli agricoltori e i contadini.

Da ultimo chiediamo di incoraggiare i ristoranti ad acquistare prodotti locali ed evitare di comprare e vendere prodotti in plastica monouso (ad esempio bottiglie, sacchetti, posate, bicchieri,...)

In conclusione vorremmo comunicare al Dipartimento del territorio così come a tutta la politica cantonale una delle rivendicazioni portanti, essenziale quanto facile da realizzare: chiediamo con grande insistenza che venga subito dichiarato lo stato di Emergenza climatica in Ticino, perché di emergenza si tratta ed è importante che ciò venga riconosciuto ufficialmente.

Speriamo vivamente che il Dipartimento del territorio prenda atto delle nostre considerazioni, dando loro l'importanza che meritano e si impegni urgentemente per portare i cambiamenti e le soluzioni necessari.

Resta pochissimo tempo e bisogna agire ora.

La ringraziamo per l’attenzione e rimaniamo disponibili per portare avanti un dialogo costruttivo che sappia risolvere coerentemente i problemi legati al clima. Qualora volesse convocarci per un incontro formale nel quale si possa discutere delle suddette proposte, ci può contattare al seguente indirizzo di posta elettronica: ticino@climatestrike.ch Confidando nella comprensione e collaborazione del Dipartimento e sperando in rapidi e decisi cambiamenti,

Le porgiamo i nostri stimati saluti,

Il Coordinamento cantonale Sciopero per il Clima

 

2a lettera a Manuele Bertoli, capo del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS)

Onorevole signor Consigliere di Stato,

con la presente vorremmo richiamare l’attenzione del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport sulle questioni e i problemi inerenti alla crisi climatica, affinché vengano emanati dei provvedimenti concreti e puntuali per risolvere localmente le questioni legate al clima e all’ambiente. Risulta evidente che il ruolo da Lei ricoperto si trova in una posizione favorevole per garantire un vero cambiamento di paradigma sia nella politica scolastica che nella politica nel suo insieme. L’educazione è uno dei tasselli fondamentali che sorreggono la nostra società e in quanto tale riveste un compito fondamentale nella formazione delle cittadine e dei cittadini. Per questo motivo Le chiediamo di intervenire sui piani di studio di tutti gli ordini scolastici, introducendo una “educazione ambientale e climatica”, con lo scopo di educare i discenti al rispetto dell’ambiente, del clima e delle risorse.

Con un approccio interdisciplinare, senza perciò inserire l’ennesima micromateria, il potenziale di questa educazione assume dei connotati complessivi e sistemici: è necessario che le allieve e gli allievi sappiano interpretare il fenomeno sia da un punto di vista scientifico che socio-economico e politico. L’introduzione di questo tema concretizzerebbe il ruolo dell’istruzione pubblica nell’educazione rivolta all’ambiente e sarebbe conforme all’art. 2 cpv. 2 della Legge della scuola, la quale asserisce al punto b): “(La scuola) sviluppa il senso di responsabilità ed educa alla pace, al rispetto dell’ambiente e agli ideali democratici ”.

All’interno di questo percorso formativo, in sintonia con il normale svolgimento delle lezioni, sarebbe importante affrontare tutti gli aspetti centrali della questione climatica, a partire dall’odierno ordinamento economico fino agli aspetti più puntuali come l’alimentazione. Il settore principalmente responsabile delle emissioni di CO2 in Svizzera è quello dei trasporti,1 per questo motivo riteniamo necessaria una collaborazione con il DT, al fine di promuovere un trasferimento casa-scuola più efficace ed ecologico.

Formuliamo perciò le seguenti richieste:

  • potenziare le vie ciclabili ed implementarne di nuove lungo i principali assi che collegano le scuole ai centri residenziali;
  • prevedere un potenziamento dei progetti Pedibus, mettendo a disposizione più risorse finanziarie e umane; e
  • rendere gratuito l’abbonamento Arcobaleno per tutti giovani in formazione (oggi il costo dell’abbonamento è di 100.-, offerta che vale unicamente per i discenti i quali frequentano la scuola media e abitano a 20-25 minuti dalla sede scolastica);
  • fare pressione sulle FFS affinché riducano drasticamente il prezzo dei biglietti per le uscite a scopo formativo (fino a renderle gratuite).

È oltremodo necessario che il Dipartimento intervenga nell’edilizia scolastica e nella refezione con lo scopo, come enunciato dalla petizione “Ticino: fai la tua parte per salvare il clima” corroborata da oltre 4300 firme, di rendere più efficienti gli edifici da un punto di vista energetico e di ridurre la produzione di rifiuti. Affinché vi sia una politica climatica coerente, vi presentiamo le seguenti proposte:

  • Nell’ambito del “Master Plan DECS 2015/2031” prevedere un’edilizia conforme agli standard Minergie, che contempli l’implementazione di pannelli solari sugli edifici;
  • prevedere nella refezione scolastica l’uso privilegiato di prodotti locali e menù più sostenibili da un profilo ambientale e climatico;
  • sempre nel settore della refezione ridurre drasticamente l’uso della plastica per imballare gli alimenti e utilizzare alternative ecosostenibili e biodegradabili;
  • rimuovere i distributori automatici nel sedime scolastico e potenziare le caffetterie al fine di compensare la mancanza del servizio automatico.

Chiediamo inoltre che il Consiglio di Stato dichiari con urgenza lo stato di emergenza climatica ed elabori una tabella di marcia sulla falsa riga di quando da noi proposto. In generale risulta evidente che la politica debba intervenire con urgenza per evitare la catastrofe climatica verso la quale ci stiamo dirigendo. Ci aspettiamo perciò che le nostre proposte vengano prese in considerazione da parte del Suo Dipartimento e auspichiamo che, nell’ambito del suo ruolo governativo, continui a promuovere le nostre rivendicazioni dinanzi ai Suoi colleghi, anche nelle questioni che non concernono il Suo Dipartimento."

 

3a lettera a Christian Vitta, capo del Dipartimento delle Finanze e dell'Economia (DFE)

Onorevole signor Consigliere di Stato,

con la presente il coordinamento cantonale Sciopero per il clima vorrebbe richiamare l’attenzione Sua e del Dipartimento delle finanze e dell’economia su una questione di urgenza estrema: la crisi climatica. Riteniamo infatti che per fare fronte a questo serio problema servano interventi concreti, rapidi e radicali nell’ambito economico.

L’attuale economia, massicciamente basata sulla globalizzazione e sull’investimento nelle risorse fossili, provoca la quasi totalità delle emissioni di gas ad effetto serra. A livello globale, infatti, più del 70% delle emissioni di gas ad effetto serra sono causate da solo 100 aziende. Per questo chiediamo che anche in Ticino vengano presi dei seri provvedimenti in risposta a queste evidenze scientifiche. Tutte e tre le divisioni del Dipartimento da Lei diretto hanno un grande peso nella presente questione.

In particolare riteniamo fondamentale che le aziende operanti sul territorio ticinese siano incentivate a minimizzare il loro impatto ambientale e che, analogamente, sia favorito l’insediamento di attività produttive con riguardo dell’ambiente.

In aggiunta sarebbe importante disincentivare le attività produttive ed economiche con un grande impatto ambientale facendo riferimento al Catasto dei siti inquinanti redatto dall’ OASI (in particolare ai siti etichettati come “aziendali”).

La richiesta di energia elettrica è in continuo aumento e riteniamo che sia fondamentale far fronte a questa crescente richiesta basandosi interamente sull’energia rinnovabile. Chiediamo pertanto le seguenti misure:

  • portare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili al 100% nella rete di approvvigionamento dell’AET;
  • sostenere le imprese locali dedite alla produzione di energie rinnovabili tramite l’introduzione di un fondo d’investimento o di un fondo d’aiuto;
  • redigere un piano di riduzione dei consumi energetici, riducendo ad esempio l’illuminazione stradale a tarda notte o l’illuminazione architetturale.

Il Ticino è il cantone che nel 2017 ha registrato più importazioni complessive: il valore delle importazioni totali complessive in Ticino nel 2017 ammontava a più di 59’000 milioni di franchi, corrispondenti a più di 168’000 franchi pro-capite. Per questo il settore della produzione dovrebbe essere notevolmente trasformato, con i seguenti scopi:

  • favorire la produzione e la vendita di prodotti locali;
  • limitare l’acquisto di prodotti oltreconfine.

Ad avere un grande impatto ambientale sono anche le banche, come dimostra uno studio di Alleanza Clima Svizzera che accusa le banche svizzere di causare 20 volte più emissioni dell’intera popolazione. Ci sembra pertanto fondamentale che anche in questo ambito avvengano dei profondi cambiamenti: nuove leggi dovrebbero imporre alle banche di informare i clienti sui propri investimenti in modo trasparente, al fine di impedire il greenwashing e, per le banche la cui sede amministrativa risiede in Ticino, penalizzare gli investimenti ad alto impatto ambientale, come ad esempio quelli nel settore dei combustibili fossili.

Infine, per quanto riguarda la Divisione delle contribuzioni, chiediamo che siano messe a disposizione degli altri dipartimenti sufficienti risorse finanziarie per permettere di applicare tutte le misure che sono necessarie. In risposta a tutto quanto detto sopra chiediamo inoltre che il Consiglio di Stato dichiari immediatamente lo stato di emergenza climatica.

La recente mobilitazione giovanile ha messo in evidenza la gravità della situazione che ci troviamo a dover fronteggiare in tempi molto brevi. Per questo speriamo che le nostre richieste vengano prese in seria considerazione dal Dipartimento delle finanze e dell’economia come dagli altri dipartimenti e che i politici dimostrino sensibilità ed impegno per questa tematica molto importante.

La ringraziamo per l’attenzione e rimaniamo disponibili a portare avanti un dialogo costruttivo che sappia risolvere coerentemente i problemi legati al clima. Qualora volesse convocarci per un incontro formale nel quale si possa discutere delle suddette proposte, ci può contattare al seguente indirizzo di posta elettronica: ticino@climatestrike.ch

Voglia ricevere i nostri distinti saluti,

Il Coordinamento cantonale Sciopero per il Clima

 

4a lettera a Raffaele De Rosa, Dipartimento della Sanità e della Socialità (DSS)

Onorevole signor Consigliere di Stato,

con la presente vorremmo richiamare l’attenzione del Dipartimento della sanità e della socialità sulle questioni e i problemi inerenti alla crisi climatica, affinché si possano ottenere rapidamente provvedimenti concreti per ridurre l’impatto ambientale del nostro cantone. Infatti, come Coordinamento cantonale Sciopero per il clima riteniamo che la politica debba attuare delle misure concrete con l’obiettivo di contrastare la crisi climatica in corso.

L’impatto ambientale delle infrastrutture pubbliche gestite dal DSS può essere ridotto con interventi anche di piccola portata e in vari ambiti. Un grande miglioramento potrebbe essere portato dalla modernizzazione delle infrastrutture e da una gestione sostenibile e responsabile delle stesse.

Riguardo l’ammodernamento degli stabili, chiediamo che venga messa in primo piano l’efficienza energetica sia nella ristrutturazione che nella costruzione di nuove infrastrutture. Un provvedimento efficace potrebbe essere l'installazione sistematica di impianti fotovoltaici.

Dal punto di vista della gestione è necessario agire su più fronti. A tale proposito chiediamo di ridurre al minimo la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare. In particolare i resti alimentari dovrebbero essere donati ad associazioni che si occupano di distribuirli a persone in difficoltà economica . Riteniamo altresì opportuno che nelle mense vengano utilizzati maggiormente prodotti locali, permettendo così anche la promozione di aziende operanti sul territorio, e che venga ridotto il consumo di carne.

Per diminuire in modo sostanziale la mole di rifiuti di altro tipo, si potrebbero rivedere i criteri per la scelta del materiale sanitario monouso, limitarne l’utilizzo e valutare le possibilità, su basi scientifiche, del suo riutilizzo. Chiediamo inoltre di preferire anche nell’uso non prettamente sanitario materiali riutilizzabili ed ecosostenibili, ad esempio sostituendo le bottigliette in PET fornite ai pazienti e ai dipendenti di ospedali e case anziani con bottiglie in vetro, utilizzando esclusivamente carta riciclata per tutti i documenti e adoperando cancelleria e apparecchi elettronici a basso impatto ambientale.

Domandiamo infine di indurre le associazioni e gli enti finanziati totalmente, o in parte, dal DSS a diminuire le emissioni da loro provocate, tramite dei contratti di prestazione presentanti precise clausole come l’obbligo di eseguire la raccolta differenziata e di gestire le pulizie e la manutenzione degli stabili in maniera rispettosa dell’ambiente."

 

5a lettera a Norma Gobbi, capo del Dipartimento delle Istituzioni (DI)

Onorevole signor Consigliere di Stato,

con la presente vorremmo richiamare l’attenzione del Dipartimento delle istituzioni della Repubblica e Cantone Ticino sulle questioni e i problemi inerenti alla crisi climatica, con lo scopo di incoraggiare rapidi provvedimenti, portando il Cantone a una maggiore consapevolezza del fenomeno.

Come Coordinamento cantonale Sciopero per il clima, riteniamo che la politica debba prendere delle misure concrete al fine di contrastare i cambiamenti climatici in corso. A tale proposito, Le chiediamo di prendere in considerazione le seguenti rivendicazioni.

In primo luogo, riteniamo necessario che i reati ambientali e le relative pene previste siano chiare e ben definite. Inoltre, chiediamo di aumentare l’organico all’interno della magistratura che si occupa di reati ambientali e disporre quest’ultima di specialisti che possano assistere i magistrati.

In secondo luogo, domandiamo l’introduzione di un ispettorato giudiziario, o di una speciale task force della polizia, che abbia lo scopo di indagare sul corretto funzionamento e rispetto delle regole ambientali nell’ambito industriale ed aziendale (ad esempio, tramite il monitoraggio dello smaltimento dei rifiuti).

In quanto rappresentante del Governo, il Suo compito è quello di garantire ai cittadini un futuro degno d'essere vissuto e un futuro ancora migliore del presente. Confidiamo nel Suo impegno a realizzare le nostre richieste, così come ad adottare qualsiasi altra misura a favore dell’ambiente: il nostro domani dipende dai provvedimenti che adottiamo oggi.

Il Coordinamento cantonale Sciopero per il clima resta a disposizione per qualsiasi domanda e per un dialogo costruttivo.

Sperando nella comprensione e collaborazione del Dipartimento e attendendo rapidi e decisi cambiamenti, La salutiamo distintamente,

Il Coordinamento cantonale Sciopero per il Clima