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Il governo canadese ha istituito una tassa sul CO2

Articolo del 02 aprile 2019

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Il premier canadese Justin Trudeau ha imposto una tassa sul CO2 a 4 province ribelli, che avevano sfidato il governo centrale in materia.

Riferendosi agli impegni presi dal Canada a livello internazionale per lottare contro il riscaldamento climatico, Trudeau ha deciso ad imporre la tassa sul CO2 a tutte quelle province che non lo hanno fatto di loro spontanea volontà entro il 1° aprile. Alla nuova tassa si erano opposti in particolare l’Ontario, la provincia più popolosa del Canada, il Manitoba, il Saskatchewan e il New Brunswick.

La tassa ammonta a 20 dollari canadesi (15 dollari USA) per tonnellata emessa di CO2 e aumenterà di 10 dollari all’anno fino a raggiungere i 50 dollari nel 2022. Per la ministra canadese dell’ambiente Catherine McKenna essa rappresenta una vittoria perché “il cambiamento climatico è reale e, anche se alcuni politici se ne fregano, per i nostri figli e nipoti è una fonte di preoccupazione reale” e la ministra si è dichiarata soddisfatta per il fatto che, “a partire da subito nessuno sarà più libero di inquinare in alcun angolo del Canada”.

Secondo uno studio commissionato dal Canadian Environment and Climate Change Department e pubblicato proprio in questi giorni, in Canada le temperature stanno aumentando a un ritmo doppio della media mondiale. In inverno, sempre più spesso, al posto della neve cade la pioggia e in estate si susseguono ondate di calore, mentre numerosi tratti della costa canadese sono minacciati di essere sommersi dall’innalzamento del livello degli oceani.

Un rapporto pubblicato lo scorso novembre da US Global Change Research Program prevede che il riscaldamento climatico costerà all’economia del Nord America entro la fine del secolo centinaia di miliardi di dollari e fino al 10% del prodotto interno lordo.

Secondo Katharine Hayhoe, direttrice del Climate Science Center dell’Università tecnica del Texas, il cambiamento climatico provocherà ondate di calore estivo sempre più estreme, inondazioni da primato, incendi di boschi, la fusione del permafrost, l’aumento del livello dei mari e l’apparizione di nuove specie invasive.