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Boom mondiale dell’eolico offshore

Articolo del 27 marzo 2019

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Una tecnologia considerata cara e immatura ancora pochi anni or sono si trova ora al centro della transizione energetica e promette energia elettrica molto meno cara di quella prodotta con combustibili fossili

Potenza eolica istallata a livello mondiale in 1000 megawatt (Fonte: Global Wind Energy Council)

Secondo uno studio pubblicato recentemente da Global Industry Analysis, uno dei leader mondiali per quel che concerne le ricerche di mercato, la produzione di elettricità tramite impianti eolici marini crescerà a livello globale di oltre 80 gigawatt entro il 2024, ossia al ritmo del 25% all’anno.

L’anno scorso l’eolico ha prodotto complessivamente oltre 600 gigawatt di elettricità, la maggior parte dei quali con impianti situati sulla terraferma. L’eolico marino (offshore) ha contribuito a questa produzione con soli 23 gigawatt.

Questo ritardo dell’eolico offshore ha molteplici ragioni: l’offshore richiede investimenti iniziali maggiori, materiali più resistenti, è più complesso e caro da collegare alla rete di distribuzione e richiede una logistica più complicata.

Tuttavia l’eolico offshore è avviato ad una crescita molto rapida e dovrebbe, stando all’IRENA, l’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili, passare dai 19,2 gigawatt del 2017 a oltre 520 gigawatt nel 2050. Il fatto è che l’eolico offshore, se da un lato è più caro e complicato da realizzare, dall’altro offre parecchi vantaggi, fra i quali:

  • una maggiore efficienza rispetto alle turbine situate sulla terraferma (si ottiene la stessa resa elettrica con meno turbine)
  • una resa più regolare. I venti sul mare soffiano quasi sempre
  • i parchi eolici marini riscontrano meno opposizioni di quelli sulla terraferma (effetto “eolico si, ma non nel mio cortile”)
  • i parchi eolici marini non interferiscono con altri utilizzi del suolo, come ad esempio l’agricoltura, il turismo, ecc.

I maggiori investitori nell’eolico offshore si trovano oggi in Asia e sono la Cina, l’India, il Giappone, la Corea del Sud e Taiwan. La Cina è l’indiscusso numero uno e prevede di passare dai 2,8 gigawatt di potenza istallata nel 2017 a 30 gigawatt nel 2030. Nel solo 2018 la Cina ha investito nell’eolico marino 25 miliardi di dollari. Complessivamente i paesi asiatici prevedono di avere in funzione entro il 2030 impianti eolici marini per una capacità produttiva totale di 100 gigawatt di elettricità.

Il massiccio calo dei prezzi degli impianti eolici offshore e degli impianti di stoccaggio a batteria sono un ulteriore incentivo per questi progetti. Nel solo 2018 i prezzi delle pale eoliche offshore è calato del 24%, mentre quello delle batterie è diminuito addirittura del 35%. Anche se per l’eolico marino la costruzione degli impianti di produzione e di stoccaggio sono ancora relativamente cari, una volta ammortizzato l’impianto, l’energia prodotta è gratuita, perché non necessita di alcun tipo di combustibile e il vento è a disposizione gratis.