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Trasformare le case in piccole centrali elettriche si può

Articolo del 13 marzo 2019

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Un progetto intitolato Be-Smart intende integrare elementi fotovoltaici anche nelle pareti degli edifici, trasformandoli così in veri e propri produttori di elettricità e abbattere così le emissioni di CO2

Nella foto un edificio di 24 piani nel quartiere di Wittigkofen, a Berna, con la facciata a sud ricoperta di pannelli fotovoltaici

15 istituti di ricerca e imprese di costruzioni innovative si sono alleate con la Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) e con l’istituto non-profit di ricerca CSEM di Neuchâtel per sviluppare nuovi modi per trasformare gli edifici in vere e proprie piccole centrali elettriche.

Finora, quando si pensava di produrre elettricità in proprio, si pensava esclusivamente ai pannelli fotovoltaici da istallare sul tetto, ma il tetto non è l’unica parte di una casa che può accogliere i raggi solari e trasformarli in elettricità. Si possono istallare collettori fotovoltaici anche sulle pareti e si possono addirittura integrarli ai vetri delle finestre.

Per riuscirci occorre tuttavia sviluppare degli elementi fotovoltaici standardizzati e a buon mercato che possano essere facilmente integrati nelle varie superfici di un edificio. Il progetto Be-Smart intende sviluppare questi elementi e sviluppare in parallelo anche metodi di pianificazione per architetti e imprese di costruzioni, in modo da diminuire drasticamente i costi.

Di cosiddetti moduli BIPV (Building Integrated Photo-Voltaic) ve ne sono tantissimi, a partire dai pannelli solari direttamente integrati nei tetti, le tegole solari, i coppi solari, gli elementi di facciata fotovoltaici translucidi per le facciate di edifici di grandi dimensioni, i vetri fotovoltaici trasparenti per finestre tradizionali, le tapparelle fotovoltaiche, ecc.

In Svizzera ci sono già oggi oltre 10'000 edifici con tetti fotovoltaici, ma nel nostro paese il passaggio al fotovoltaico avanza al passo di lumaca e questa fonte di energia rinnovabile rappresentava nel 2017, secondo le statistiche ufficiali del Ufficio Federale dell’Energia, appena lo 0,3% del consumo svizzero di energia.

Se integrare moduli BIPV rincara la costruzione di un edificio, questo rincaro può tuttavia essere ammortizzato grazie al risparmio energetico nell’arco di 10-30 anni, senza tener conto degli eventuali sussidi. Esso permette però soprattutto di abbattere di in modo massiccio le emissioni di CO2. Si calcola che, anche se la produzione degli elementi BIPV causa emissioni di CO2, l’energia solare permette di produrre elettricità con fino a 20 volte meno emissioni di anidride carbonica di una centrale elettrica a combustibili fossili.