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Il calore anomalo sta distruggendo uno degli ecosistemi più antichi del mondo

Articolo del 05 marzo 2019

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Negli ultimi anni gli oceani sono stati colpiti da ondate di calore eccezionali sempre più frequenti, con conseguenze catastrofiche per le barriere coralline

Nel mare l’effetto di un’ondata eccezionale di caldo non è dissimile da quello che si registra sulla terraferma dopo un vasto incendio di boschi, il quale lascia dietro di sé una vegetazione distrutta e una vita animale ridotta al lumicino. Nel caso del mare, dopo un’ondata di calore anomalo, rimane un cimitero di coralli e nelle zone colpite scompare anche gran parte della fauna marina. Va qui ricordato che le barriere coralline sono di veri e propri “hot spot” della vita marina non dissimili dalle foreste tropicali. Si calcola che queste barriere ospitano oltre 400'000 specie marine diverse. La loro scomparsa avrà effetti drammatici non solo sulla biodiversità, ma anche sull’alimentazione dell’uomo. Una serie 5 studi, effettuati in altrettante regioni marine e che sono stati pubblicati proprio nelle ultime settimane, rivela che il riscaldamento degli oceani ha già fatto diminuire il pescato, a seconda delle zone, fra il 15% e il 35%

Secondo uno studio pubblicato dalla rivista scientifica "Nature Climate Change", negli ultimi 30 anni le ondate di calore marino sono aumentate di oltre il 50%, diventando nel contempo sempre più violente. Negli ultimi 3-4 anni sono addirittura triplicate, lasciando dietro di sé una vera e propria scia di morte. Nel Great Barrier Reef, la gigantesca barriera corallina che costeggia a est tutto il continente australiano, sono morti negli ultimissimi anni il 55% dei coralli, nella laguna di Sekiseishoku, che ospita la più grande barriera corallina del Giappone, la moria ha toccato addirittura oltre il 70% dei coralli e altrove negli oceani la situazione non è molto diversa. Va notato che le barriere coralline sono fra gli ecosistemi più antichi della terra, poiché esistono da oltre 225 milioni di anni.