62 milioni di persone colpite da disastri climatici nel 2018
30.03.2019
Notizie negative
Articolo del 04 febbraio 2019
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I meteorologi ce lo stanno ripetendo da decenni: il riscaldamento climatico provoca un aumento degli eventi meteorologi estremi
Le notizie pervenuteci in queste settimane da varie parti del mondo lo confermano: gli: eventi meteorologici estremi sono in aumento. Mentre in Alaska, a nord del circolo polare artico, a gennaio si registravano temperature primaverili, che hanno addirittura costretto ad annullare le tradizionali corse con cani da slitta, perché sui corsi d’acqua, dove di solito queste si svolgevano, mancava il ghiaccio, a Chicago si registravano temperature gelide inferiori a quelle del polo nord. Dall’altra parte del mondo, in Australia, le temperature hanno superato in quest’estate australe dappertutto largamente i 40°C, mentre una siccità senza precedenti metteva in ginocchio l’intero settore agricolo. Finita la canicola con temperature da primato, che in alcune località hanno sfiorato addirittura i 50°C, ecco arrivare nel nord dell’Australia piogge torrenziali che hanno visto cadere nel giro di una manciata di giorni tanta acqua quanta di solito ne cade in anno un intero, con tanto di inondazioni che hanno portato i coccodrilli fin nelle strade cittadine. Idem in California, dove dopo anni di una siccità estrema che ha causato gli incendi più disastrosi dell’intera storia americana, ecco arrivare piogge torrenziali, che hanno costretto le autorità ad evacuare intere zone.
Meteo impazzita? No. Semplicemente uno degli effetti meno considerati del riscaldamento climatico: l’aumento degli eventi meteorologici estremi. Gli oceani assorbono sotto forma di calore il 93% dell’energia generata dall’effetto serra del CO2 che noi immettiamo quotidianamente nell’atmosfera. Ricordiamo che questa energia assorbita dagli oceani nel corso di un anno equivale a quella sprigionata dall’esplosione di quasi 50 milioni di bombe atomiche del tipo di quella utilizzata dagli americani per distruggere Hiroshima. Ecco perché, se da un lato sulla terraferma l’aumento della temperatura provoca siccità sempre più gravi ed estreme, dall’altro sugli oceani genera uragani sempre più violenti. Così, mentre nel corso del XX° secolo sull’oceano atlantico settentrionale si sono si sono registrati solamente due uragani di categoria superiore a 3, nei soli primi 18 anni del XXI° secolo ve ne sono già stati ben tre e, quel che è molto più grave, se ne prevedono dai 5 agli 8 ogni singolo anno entro il 2100.