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Moria di salmoni del Pacifico

Articolo del 28 gennaio 2019

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Il riscaldamento climatico spinge il salmone del pacifico verso l’estinzione

Nella riserva indiana di Tulalip, situata sulla costa dell’oceano Pacifico a una sessantina di km da Seattle nello stato americano di Washington, il cambio delle stagioni è ritmato da secoli dall’arrivo e dalla partenza dei salmoni. Tuttavia per i Tulalip la pesca al salmone è diventata nel filo degli anni sempre più scarsa. A partire dagli anni ’80 la pesca eccessiva, la perdita di habitat e l’inquinamento delle acque hanno compromesso in modo crescente il tasso di riproduzione di questi pesci ed ora ci si mette anche il riscaldamento del clima.

Il salmone è un pesce che non sopporta le acque calde e quando la temperatura supera i 18°C comincia a soffrire. Così negli ultimi estati la temperatura crescente delle acque del Pacifico e dei fiumi che vi si riversano ha causato gravi morie fra i salmoni. I Tulalip tentano di rimediare allevando milioni di avannotti di salmone in apposite pescicolture e installando diffusori di ossigeno nei fiumi. Purtroppo non solo la temperatura dei fiumi aumenta sempre di più, ma diminuisce pure la loro portata di acqua, a causa della diminuzione delle nevicate che in passato garantivano acque fresche e ossigenate anche in estate.

Lungo la costa del Pacifico, il salmone, che per secoli ha nutrito dapprima le tribù indiane e poi anche i coloni bianchi, è dunque diventato nell’arco di pochi decenni una specie in via di estinzione. Va notato che i salmoni del Pacifico non sono soltanto una prelibatezza per il palato umano, ma pure elemento essenziale della catena alimentare degli ecosistemi della costa del Pacifico settentrionale. Essi nutrono infatti orche, orsi, numerose specie di uccelli e molti altri animali.