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La lobby delle energie fossili fa shopping di parlamentari

Articolo del 28 gennaio 2019

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150 parlamentari USA che negano il riscaldamento climatico hanno incassato 455 milioni di dollari dalle lobby delle energie fossili

La buona notizia è che i membri del Congresso USA che negano completamente l’evidenza del riscaldamento climatico sono passati da 180 nell’autunno scorso, a 150 oggi. Sembra dunque che la retorica negazionista di Donald Trump stia perdendo efficacia.

La brutta notizia è invece che questi 150 parlamentari hanno incassato nel corso della loro carriera politica oltre 455 milioni di dollari dalle lobby delle energie fossili. In media dunque oltre 3 milioni di $ a testa per ogni parlamentare che difende gli interessi delle lobby delle energie fossili. Questi strenui difensori delle energie fossili rappresentano il 28%, ossia poco meno di 1/3 dei deputati del 116° Congresso USA.

Gran parte della diminuzione del numero di deputati filo-fossili è stato dovuto al ritiro di 47 deputati filo-fossili nelle ultime elezioni. Parte di questi non si sono ripresentati alle elezioni perché sconfitti nelle primarie del loro partito, altri invece perché battuti nelle elezioni dai loro competitor democratici. Va notato che tutti e 150 i deputati filo-fossili rimasti nel Congresso sono repubblicani, senza alcuna eccezione.

I sondaggi degli ultimi mesi mostrano che le campagne di disinformazione lanciate dalle lobby del petrolio, del carbone e del gas fanno sempre meno presa sul pubblico, il quale appare invece sempre più preoccupato da riscaldamento climatico, anche a causa dei recenti disastri ambientali, come i giganteschi incendi che hanno colpito la California e i colossali uragani che hanno devastato gli stati orientali degli USA. 

Negli Stati Uniti, contrariamente alla Svizzera, i parlamentari son costretti a rivelare i nomi dei loro finanziatori. Tuttavia anche in Svizzera le lobby delle fossili hanno i loro rappresentanti in parlamento. Ad esempio Albert Rösti, il presidente dell’UDC, il principale partito svizzero, che da sempre nega il riscaldamento climatico, è pure presidente di Swissoil, l’associazione mantello dei commercianti svizzeri di combustibili fossili