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Greenpeace e Amnesty International alleate contro il riscaldamento climatico

Articolo del 25 gennaio 2019

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Due delle principali organizzazioni non governative a livello mondiale si sono alleate per promuovere una lotta più efficace contro il riscaldamento climatico

Kumi Naidoo, il segretario generale di Amnesty, ha ammesso che “uno dei nostri principali errori è stato quello di considerare il cambiamento climatico solo come un problema ambientale”. Tradizionalmente, infatti Greenpeace si è concentrata sui problemi ambientali, mentre Amnesty si occupava dei diritti umani.

Confrontate all’imminente catastrofe climatica, le due organizzazioni hanno dunque deciso di unire le loro forze, lanciando un “Summit for Human Survival”, un vertice per la sopravvivenza umana. Questo vertice intende riunire attorno a un tavolo le numerose organizzazioni non governative e gli innumerevoli gruppi di attivisti per il clima, come pure le organizzazioni culturali e di artisti, per lanciare una nuova ondata di disobbedienza civile destinata ad intensificare la pressione sui governi e sul modo dell’economia affinché si impegnino finalmente con misure efficaci contro il riscaldamento climatico.

Amnesty e Greenpeace sono dunque decise a sostenere in modo efficace le proteste spontanee e non violente dei giovani che hanno visto scendere in piazza oltre 30'000 studenti in Belgio, 22'000 in Svizzera, altre decine di migliaia in numerose città tedesche, in Gran Bretagna e in Australia. Il concetto del vertice proposto dalle due ONG non è quello di voler dirigere o coordinare questi movimenti, ma di fungere da piattaforma ai diversi gruppi per collaborare e rendere più efficace la loro protesta.

Secondo Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, “è profondamente inquietante che il riscaldamento climatico non sia al centro delle preoccupazioni degli amministratori delegati e dei leader politici di tutto il mondo”.